Un ricordo indelebile: tre anni dalla morte di don Roberto Malgesini

Quando il vento soffia sul lago di Como, porta con sé il ricordo di un uomo coraggioso e generoso. Tre anni fa, il 15 settembre 2020, don Roberto Malgesini è stato ucciso in piazza San Rocco mentre si preparava a distribuire le colazioni alle persone senza fissa dimora. Da allora, questa data è diventata un simbolo per la città di Como, un segno tangibile della perdita di un uomo che ha dedicato la sua vita agli ultimi, ai poveri e agli emarginati.

L’omicidio di don Roberto è stato compiuto da Ridha Mahmoudi, un uomo che il prete aveva sempre aiutato nonostante avesse ricevuto due decreti di espulsione. Mahmoudi, convinto di essere vittima di un complotto, ha colpito don Roberto alle spalle con un coltello. Ma il piano che credeva di esistere solo nella sua testa non apparteneva affatto a don Roberto, un uomo che non avrebbe mai potuto concepire una cosa del genere.

La sua testimonianza vive attraverso le parole delle persone che lo hanno conosciuto e che hanno sposato la sua idea di città basata sulla carità e sulla solidarietà. Il quartiere di San Rocco, dove don Roberto predicava e metteva in pratica la parola di Dio, è diventato il simbolo di questa idea. Oggi, in quella piazza, campeggia il suo nome: largo don Roberto Malgesini.

Don Roberto ha creato un grande progetto di convivenza che coinvolgeva anche molti giovani. La sua vita è stata un esempio di altruismo in un periodo in cui è difficile comportarsi in modo simile. La sua storia è stata raccontata in un podcast intitolato “Scriveva fuori dai margini”, che ha cercato di ripercorrere la sua vita attraverso le voci di coloro che lo hanno conosciuto.

L’assassino di don Roberto è stato condannato all’ergastolo, ma il suo gesto non può cancellare il ricordo di un uomo che ha lasciato un’impronta indelebile sulla città di Como. Una città che deve continuare a mettersi in gioco come luogo di accoglienza e solidarietà, come ha insegnato don Roberto ogni giorno della sua vita.

La sua morte non può essere dimenticata, ma deve essere un monito per tutti noi a seguire il suo esempio e a fare della solidarietà un valore fondamentale. Como deve continuare ad essere una città di frontiera, un luogo di partenze e di arrivi, come l’ha definita il cardinale Oscar Cantoni. La diocesi dei martiri, come viene chiamata, deve portare avanti l’eredità di don Roberto e continuare a essere un faro di speranza per tutti coloro che vivono nell’emarginazione e nella povertà.

Il vento continuerà a soffiare sul lago di Como, portando con sé il ricordo di don Roberto Malgesini. La sua memoria sarà sempre viva nella mente e nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incontrarlo e di essere toccati dalla sua generosità. La sua morte non sarà mai dimenticata, ma sarà un richiamo costante per tutti noi a fare del mondo un posto migliore, seguendo l’esempio di don Roberto.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui