Monza – Medici di famiglia, un problema ancora irrisolto in Brianza. Nonostante il bando aperto per coprire i posti vacanti, solo 27 aspiranti dottori hanno accettato di venire nella zona, nonostante ci siano ben 110 posti disponibili. Ciò significa che decine di migliaia di pazienti restano ancora senza un medico di base.

Nel bando aperto nei mesi scorsi per la copertura degli ambiti carenti, hanno manifestato interesse per Ats Brianza (che comprende le province di Monza e Lecco) 57 medici: 4 inseriti nelle graduatorie regionali italiane, disposti a trasferirsi da una regione all’altra, e 53 medici freschi di laurea, attualmente iscritti al Corso di formazione specifica di medicina generale. Di questi, solo 2 hanno accettato di venire nella Brianza.

La situazione si fa ancora più preoccupante quando si analizzano i numeri dei medici in formazione specifica di medicina generale. Dei 53 corsisti, solo 46 si sono presentati, 44 hanno accettato, ma solo 27 hanno scelto la Brianza, mentre altri 17 hanno preferito Lecco.

I medici avranno 90 giorni per insediarsi, con la possibilità di richiedere una proroga di ulteriori 60 giorni. Durante questo periodo, dovranno cercare un ambulatorio in cui esercitare o mettersi d’accordo con altri colleghi per condividerne uno. In alternativa, potranno rilevare l’ambulatorio di un collega in pensione o già a riposo. Tutto a loro spese. Tuttavia, gli incentivi aumentano quando Ats e il Comune interessato si accordano per offrire un locale a un prezzo agevolato o gratuitamente.

Un esempio di questa situazione è il quartiere Sant’Albino, dove l’assessore al Welfare Egidio Riva si è impegnato a cercare dei locali per offrire ai cittadini un presidio medico, almeno alcuni giorni alla settimana, per rispondere alle esigenze dei residenti del quartiere più isolato della città. “Abbiamo alcune alternative”, afferma Riva, “che valuteremo insieme ai responsabili di Ats nei prossimi giorni”.

Nel frattempo, nel quartiere Sant’Albino, la petizione rivolta ad Ats per colmare l’urgenza ha raggiunto quota 547 firme. “La presenteremo a breve”, anticipa Paola Sacconi, portavoce del Comitato di quartiere. Sant’Albino conta 2.618 abitanti e 1.144 famiglie. Gli anziani oltre i 65 anni sono 640, corrispondenti al 24,4% della popolazione, una delle percentuali più alte di Monza. Secondo i promotori della petizione, i trasporti pubblici sono rari e inefficienti, e per raggiungere l’ospedale nuovo o quello vecchio occorrono almeno un’ora di viaggio. L’ufficio provvisorio messo a disposizione da Ats presso l’ospedale vecchio è il punto di riferimento per tutta la provincia e per quella di Lecco, compresa la Valsassina. Alcuni utenti testimoniano che in alcuni casi l’attesa in questi giorni è stata di 3 ore.

A Monza mancano ancora 12 medici. Ne sono stati assegnati sette, di cui uno nella zona Centro/San Gerardo, uno a Cederna, due a Regina Pacis, alcuni dei quartieri considerati “con vincolo”, cioè urgenti. Altri tre medici hanno accettato e andranno in altre zone a loro scelta. Sant’Albino non era considerata urgente, spiegano da Ats, perché la dottoressa che era in servizio non aveva ancora chiesto il trasferimento al momento della mappatura del territorio. Nel resto della provincia, sono stati assegnati un medico a Besana, due nella zona Biassono/Macherio/Vedano/Sovico, due su quattro richiesti a Lissone, uno a Cesano Maderno, uno a Muggiò, quattro a Nova, uno a Varedo, uno a Villasanta, due a Giussano, uno a Seregno, due su tre richiesti ad Arcore, uno a Lesmo e due su tre a Vimercate.

Dall’analisi di Ats, le situazioni più gravi al momento rimangono Limbiate e Brugherio, dove su 6 posti vacanti nessun medico ha accettato di andare, Seveso/Barlassina e Desio, entrambi con 4 posti vacanti. La situazione è leggermente migliore a Varedo, dove su 4 posti arriverà almeno un medico, e ad Agrate/Caponago, Cogliate/Lazzate/Misinto/Ceriano Laghetto, dove mancano 3 medici.

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