Scoperti acquisti anomali con la carta del reddito di cittadinanza a Milano

I Carabinieri del Gruppo Tutela Lavoro di Milano hanno concluso le indagini relative all’indebita percezione del reddito di cittadinanza nella città di Milano da parte di cittadini extracomunitari, principalmente di origine somala, e alla monetizzazione illecita del beneficio da parte di commercianti compiacenti. Gli accertamenti sono stati avviati nel mese di febbraio 2021 e hanno portato alla luce numerosi casi di cittadini somali che percepivano il reddito di cittadinanza senza possedere i requisiti necessari.

Attraverso un’analisi dettagliata dei flussi finanziari, è emerso che questi cittadini effettuavano acquisti anomali con la carta del reddito di cittadinanza presso tre esercizi commerciali di Milano, tra cui un “Internet point”, un negozio di prodotti alimentari e un ristorante kebab. Approfondimenti investigativi condotti sui gestori di questi esercizi commerciali hanno permesso di scoprire che consentivano la monetizzazione del reddito di cittadinanza a cittadini somali privi dei requisiti necessari. In cambio, gli esercenti consegnavano loro somme in contanti, trattenendo una percentuale variabile dal 10% al 15% su ogni transazione.

L’analisi dei flussi finanziari ha evidenziato un aumento significativo delle transazioni POS non giustificate con l’acquisto di beni di prima necessità. Ad esempio, il negozio di telefonia ha registrato un incremento del 1600% delle transazioni POS rispetto all’anno precedente l’istituzione del reddito di cittadinanza. Allo stesso modo, il negozio di prodotti alimentari e il ristorante hanno dichiarato incassi inferiori rispetto alle transazioni POS effettuate nello stesso periodo.

Durante le indagini, sono state identificate 633 persone che hanno effettuato acquisti con il reddito di cittadinanza presso i tre esercizi commerciali. Di queste, 597 sono state deferite presso 14 Procure della Repubblica per i reati di falsa attestazione del possesso dei requisiti per il beneficio e truffa aggravata. I restanti 36 soggetti, invece, in possesso dei requisiti, sono stati segnalati all’INPS per l’indebito utilizzo del beneficio, che è stato immediatamente sospeso.

Complessivamente, gli esercenti hanno riciclato circa 413.000 euro, mentre l’indebita percezione del reddito di cittadinanza si quantifica in 2.374.000 euro. Due dei tre titolari delle attività commerciali sono stati deferiti in stato di libertà per il reato di riciclaggio continuato e sono stati sottoposti a perquisizione, con conseguente sequestro di 40.000 euro in contanti considerati profitto del reato. Il terzo titolare, cittadino bengalese, è stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari e condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione, oltre alla confisca di 20.800 euro.

Questo caso evidenzia l’importanza di un controllo accurato e costante sull’utilizzo del reddito di cittadinanza, al fine di prevenire abusi e illeciti. Le forze dell’ordine continueranno a lavorare per garantire la corretta erogazione dei benefici e perseguire coloro che ne abusano.

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