Processo a Varese per l’omicidio di una donna anziana

Si è aperto oggi a Varese il processo a carico di Sergio Domenichini, 67 anni, accusato dell’omicidio di Carmela Fabozzi, 73 anni, avvenuto il 22 luglio 2022 nella sua abitazione di via San Vito a Malnate. Il processo è stato aggiornato al prossimo 4 ottobre.

La vittima, vedova e con il lutto di un figlio perso alcuni anni prima, conosceva il suo assassino, secondo gli inquirenti. I due si erano incontrati in un’associazione di volontariato. La donna è stata massacrata con nove colpi alla testa inferti con un pesante vaso trovato in casa dai carabinieri di Varese. L’assassino ha fatto sparire entrambi i cellulari della donna, compreso quello che usava per comunicare con il figlio che lavora in Svizzera. I vicini hanno descritto l’uomo che è andato a bussare alla sua porta quando era già morta. Secondo l’accusa, Domenichini ha ucciso la pensionata alcune ore prima, è tornato due ore dopo per farsi notare dai vicini e crearsi un alibi.

Nel processo, presieduto da Cesare Tacconi, compariranno 43 persone, tra vicini, amici e operanti, che saranno presenti in aula durante il dibattimento. Domenichini fu arrestato due settimane dopo il delitto, quando è tornato da una vacanza a Rimini. L’accusa ha presentato diversi elementi a suo carico, come l’incrocio dei cellulari transitati nella zona, i numeri rilevati dall’analisi delle celle e le scarpe analizzate dal Ris di Parma. Il movente sarebbe stato una rapina, poiché la pensionata potrebbe aver reagito venendo colpita alla testa nove volte, anche quando era già a terra inerme.

Le parti civili nel processo sono il figlio e il nipote di Fabozzi, assistiti dagli avvocati Andrea Boni e Enzo Andrea Cosentino. Secondo l’accusa, Domenichini è fuggito dal luogo del delitto con un’auto a noleggio e ha venduto l’oro rubato alla vittima in un Compro Oro, dopo aver gettato i due cellulari nel fiume Olona. Non era solo: l’auto era guidata da un amico, Antonio Crisfafulli, che lo avrebbe accompagnato al Compro Oro e a gettare i telefoni. Crisafulli, che ha negato ogni addebito, è stato condannato in primo grado a giugno per favoreggiamento. L’avvocato di Domenichini ha spiegato che il suo assistito nega ogni addebito ed è pronto a sottoporsi ad esame.

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