Indagine sui commercianti che sfruttano il reddito di cittadinanza

I Carabinieri del Gruppo Tutela Lavoro di Milano hanno recentemente concluso un’indagine relativa all’indebita percezione del reddito di cittadinanza nella città di Milano. Sono stati coinvolti cittadini extracomunitari, principalmente di origine somala, e commercianti che hanno illegalmente monetizzato il beneficio. Questa indagine ha portato all’arresto di un cittadino bengalese, proprietario di un Internet point e di un negozio di apparecchiature telefoniche, accusato di riciclaggio continuato e di prestazione abusiva di servizi di pagamento.

Le indagini sono state avviate nel mese di febbraio 2021 dal Nucleo Operativo del Gruppo per la Tutela del Lavoro di Milano e coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano. Grazie alla collaborazione con gli uffici competenti dell’INPS, i Carabinieri hanno individuato numerosi cittadini di origine somala che stavano percependo il reddito di cittadinanza senza possedere i requisiti necessari.

Successivamente, attraverso un’analisi accurata dei flussi finanziari, è emerso che questi cittadini facevano acquisti anomali e ricorrenti con la carta del reddito di cittadinanza presso tre esercizi commerciali di Milano, in particolare presso un Internet point, un negozio di alimentari e un ristorante kebab.

Approfondendo ulteriormente le indagini sui gestori di questi esercizi commerciali, attraverso l’esame dei tabulati telefonici e le intercettazioni, è stato possibile accertare che i tre commercianti permettevano a cittadini somali privi dei requisiti di monetizzare il reddito di cittadinanza, versando loro l’intero importo della carta tramite pagamenti senza motivo tramite POS o attraverso pagamenti di bollette intestate ai commercianti stessi. In cambio, i commercianti consegnavano loro denaro contante, trattenendo una percentuale che variava dal 10% al 15% su ogni transazione.

L’analisi dei flussi finanziari ha rivelato che:
– Il negozio di telefonia, che non vendeva beni di prima necessità, ha registrato un aumento delle transazioni POS di circa 215.000 euro rispetto all’anno precedente l’istituzione del reddito di cittadinanza, passando da un incasso mensile di 1.460 euro a circa 23.450 euro (+1600%);
– Il negozio di alimentari ha dichiarato un incasso di 4.436,73 euro all’Agenzia delle Entrate dal 1 gennaio 2021 al 9 giugno 2022, ma ha effettuato transazioni POS nello stesso periodo per 179.806,74 euro;
– Il ristorante ha dichiarato un incasso di 33.424,42 euro all’Agenzia delle Entrate dal 28 novembre 2020 al 9 maggio 2021, ma ha effettuato transazioni POS nello stesso periodo per 92.832,75 euro.

Di conseguenza, rispetto all’anno precedente l’istituzione del reddito di cittadinanza, queste attività commerciali hanno registrato un aumento anomalo delle transazioni POS non giustificate dall’acquisto di beni di prima necessità.

Durante il periodo delle indagini, sono state identificate 633 persone che hanno effettuato acquisti con il reddito di cittadinanza presso i tre esercizi commerciali. Di queste, 597 sono state deferite a 14 Procure della Repubblica per i reati di falsa attestazione dei requisiti per il reddito di cittadinanza e truffa aggravata. Tutti i soggetti coinvolti sono extracomunitari, principalmente di origine somala. Gli altri 36 individui, che invece possedevano i requisiti, sono stati segnalati all’INPS per l’utilizzo improprio del beneficio, che è stato immediatamente sospeso.

La somma di denaro riciclata dai commercianti è stata stimata intorno a 413.000 euro, mentre l’indebita percezione del beneficio da parte degli indagati è stata quantificata in 2.374.000 euro.

Due dei tre proprietari degli esercizi commerciali coinvolti sono stati deferiti in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria di Milano per il reato di riciclaggio continuato. Durante le perquisizioni, è stata sequestrata una somma in contanti di 40.000 euro, considerata profitto del reato. Il terzo proprietario, cittadino bengalese, è stato sottoposto agli arresti domiciliari in esecuzione di un’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Milano su richiesta della Procura della Repubblica. Ai militari del Gruppo Tutela Lavoro di Milano è stato possibile sequestrare una somma equivalente all’importo accumulato illegalmente. Lo stesso è stato condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione, oltre alla confisca di 20.800 euro, che corrisponde al profitto del reato di riciclaggio commesso.

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