La situazione al rifugio Cuori Liberi di Zinasco è ancora molto tesa, con la polizia e l’ATS che stanno cercando di sgomberare il santuario degli animali. Decine di attivisti stanno resistendo per proteggere i maiali che rischiano la morte a causa della peste suina africana. Sin dalle prime ore del mattino, la polizia ha circondato il rifugio e ha annunciato che avrebbero utilizzato ogni mezzo necessario per uccidere gli animali e portare via le persone presenti.
Da giorni, le persone si sono unite per monitorare la situazione e garantire assistenza ai maiali, che sono stati salvati da allevamenti e macelli. Nonostante siano ancora sani, questi animali sono destinati all’abbattimento a causa della loro vicinanza agli allevamenti colpiti dalla peste suina africana. Nel rifugio sono presenti solo 10 maiali, ma le persone chiedono di poterli curare e assistere insieme alla veterinaria del santuario, senza doverli uccidere preventivamente.
Le principali associazioni per la protezione degli animali italiane hanno scritto alle autorità competenti per chiedere di non uccidere i maiali sani e di organizzare un incontro con tutte le parti interessate per trovare soluzioni alternative. Tuttavia, le richieste della società civile sono state ignorate, nonostante la decisione del TAR di fissare un’udienza per esaminare il caso.
Questa situazione rappresenta una grave violazione della biosicurezza nel santuario e una mancanza di rispetto per i processi democratici e per la società civile, che ha espresso le proprie richieste in modo pacifico e legale. Le autorità hanno risposto con violenza e senza razionalità, attaccando gli attivisti e sgomberando il rifugio.
Nella provincia di Pavia sono stati individuati otto focolai di peste suina africana, che hanno portato all’abbattimento di oltre 33.000 suini. Per contenere il virus, è stato imposto un divieto di movimentazione e macello dei suini in un raggio di dieci chilometri dai focolai. Inoltre, sono state adottate misure di biosicurezza per proteggere gli allevamenti intensivi e sensibilizzare gli allevatori sull’importanza del contenimento del virus.
In Lombardia, dove si allevano circa 5 milioni di suini, il settore suinicolo rappresenta una delle principali filiere economiche. È quindi fondamentale adottare misure efficaci per prevenire la diffusione della peste suina africana e proteggere la salute degli animali.