Arrestato in Svizzera e estradato in Italia, un 26enne pugliese è stato catturato dopo essere fuggito all’estero e aver vissuto come latitante. L’uomo era stato condannato per violenza sessuale su un minore e doveva scontare una pena di 3 anni e 7 mesi. La procura di Bari aveva emesso un ordine di carcerazione lo scorso dicembre e il giovane era stato ricercato nell’area Schengen tramite un mandato di arresto europeo.

Le accuse nei confronti del 26enne includono violenza sessuale aggravata, corruzione di minorenne e adescamento di minorenni. Si ritiene che abbia commesso questi crimini nella provincia di Bari tra il 2016 e il 2019. La vittima è un bambino che all’epoca dei fatti aveva meno di 11 anni. L’arrestato, allora 22enne, avrebbe approfittato di un gruppo di minori che si riuniva regolarmente in luoghi pubblici della città per praticare skateboard e bmx, di cui faceva parte anche l’undicenne. Il giovane avrebbe adescato il minore, portandolo nella sua abitazione e continuando a comunicare con lui tramite WhatsApp. Avrebbe costretto il ragazzino a compiere atti sessuali, anche tramite videochiamate.

Dopo essere stato condannato, il 26enne è fuggito all’estero per evitare la prigione e si è reso latitante. Tuttavia, le autorità svizzere sono riuscite a rintracciarlo e catturarlo, procedendo poi alla sua estradizione in Italia. Attualmente si trova nel carcere di Pavia, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Questo caso evidenzia l’importanza della cooperazione internazionale nella lotta contro i crimini sessuali su minori. Grazie all’impegno delle autorità svizzere e italiane, è stato possibile arrestare e mettere alla giustizia un individuo pericoloso che aveva commesso gravi abusi su un bambino. È fondamentale che simili crimini non restino impuniti e che le vittime ricevano giustizia e supporto adeguati. Solo attraverso una collaborazione efficace tra i paesi è possibile garantire la tutela dei minori e la punizione dei responsabili.

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