Il 2 maggio scorso, il direttore del cantiere Alta Velocità a Montebello Vicentino è stato aggredito e picchiato brutalmente da tre uomini, che successivamente sono fuggiti a bordo di un suv nero. I carabinieri sono riusciti ad arrestarli e si tratta di tre uomini di 45, 46 e 52 anni, residenti nelle provincie di Milano e Monza Brianza, già noti alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e la persona. Uno di loro, inoltre, era sottoposto alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali e non avrebbe potuto lasciare il territorio della Lombardia.

La settimana scorsa, il Gip del Tribunale di Vicenza ha emesso tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei responsabili dell’aggressione, dopo aver valutato e accettato pienamente gli esiti dell’attività investigativa e le richieste della Procura della Repubblica. Alle prime ore del 20 settembre, i carabinieri del Nucleo Investigativo vicentino, supportati dai colleghi di Milano, Brugherio e Pioltello, hanno eseguito le misure cautelari e i decreti di perquisizione domiciliare emessi dalla Procura Vicentina.

L’aggressione è avvenuta di sera, quando l’auto del direttore tecnico della ditta SALCEF Spa di Roma è stata bloccata da tre uomini a bordo di un suv nero, mentre stava attraversando il cancello d’ingresso della zona degli uffici per lasciare il cantiere. I tre aggressori sono scesi dall’auto con il volto coperto e, armati di una mazza da baseball, hanno aperto lo sportello lato guida dell’auto della vittima. È seguito un pestaggio brutale che è durato almeno 20 secondi. Solo grazie all’intervento di alcuni colleghi e operai, che sono accorsi sul posto, si è evitato il peggio. I tre aggressori sono fuggiti a bordo della loro auto senza lasciare tracce apparenti. La vittima, un uomo di 66 anni originario di Roma, è stato portato immediatamente in ospedale ad Arzignano e affidato alle cure dei sanitari. Gli sono state riscontrate lesioni gravi, tra fratture, lividi e escoriazioni sia agli arti superiori che a quelli inferiori, dalle quali non risulta ancora essere guarito.

Le indagini sono state condotte sotto la direzione della Procura della Repubblica di Vicenza. L’attività investigativa si è concentrata sull’analisi delle immagini di videosorveglianza, grazie alle quali è stato possibile stabilire che la targa del suv utilizzato per l’agguato era stata alterata. Inoltre, i carabinieri hanno raccolto il maggior numero possibile di elementi durante l’ascolto delle testimonianze di coloro che hanno assistito all’aggressione. Le indagini complesse sono state condotte sia con modalità tradizionali, anche al di fuori della provincia di Vicenza e della regione Veneto, sia con l’ausilio tecnico e il prezioso supporto del R.I.S. di Parma. Grazie a queste indagini, si è riusciti a fare luce sulla posizione dei tre responsabili dell’aggressione.

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