La vulnerabilità al Covid-19 potrebbe essere legata ai geni dell’uomo di Neanderthal, secondo uno studio condotto dal progetto Origin dell’Istituto Mario Negri. La ricerca è stata condotta su diecimila persone nella Val Seriana, una zona fortemente colpita dalla pandemia nella prima ondata. Tuttavia, l’Associazione familiari delle vittime Covid ha espresso preoccupazione che questa scoperta possa essere utilizzata per attribuire unicamente alla predisposizione genetica ciò che è accaduto in quella zona nel 2020.
I risultati dello studio sono stati presentati ieri durante un convegno presieduto da Attilio Fontana, presidente della Lombardia. Pubblicato sulla rivista scientifica iScience, lo studio dimostra che una specifica regione del genoma umano è significativamente associata al rischio di sviluppare una forma grave della malattia.
L’Associazione familiari delle vittime Covid ha commentato la notizia, sottolineando che le decisioni o le mancate decisioni delle persone coinvolte nella gestione della pandemia hanno influenzato la diffusione del virus e l’alto tasso di mortalità, soprattutto nella zona di Bergamo. L’associazione ha citato le archiviazioni del Tribunale dei Ministri di Brescia, che hanno stabilito che il reato di epidemia colposa non è configurabile, ma ha anche ricordato le mancanze come la mancata zona rossa a Nembro e Alzano, il mancato tracciamento e il mancato adempimento degli obblighi di legge.
L’avvocato dell’associazione, Consuelo Locati, è apparsa in televisione su Rai3 ad “Agorà” insieme a Giuseppe Remuzzi e Matteo Bassetti per discutere dei dettagli della ricerca. Locati ha sottolineato l’importanza di non giustificare il numero elevato di morti nella Val Seriana semplicemente con motivazioni genetiche.
Il professor Remuzzi ha ribadito che lo studio Origin aveva solo scopi scientifici e non mirava a esonerare eventuali indagati da responsabilità legali. Ha inoltre chiarito che lo studio si è concentrato sulla popolazione della Bergamasca, ma che non si può escludere la presenza di questi fattori genetici in altre popolazioni italiane. Tuttavia, ha sottolineato che sono necessarie ulteriori ricerche in queste aree.
Uno dei risultati più evidenti dello studio, come ha sottolineato lo stesso Remuzzi, è che l’incontro tra le due specie umane, Sapiens e Neanderthal, avvenuto in epoca preistorica, ha avuto conseguenze negative nell’epoca moderna.