Una partita tra ragazzi è finita in una rissa violenta che ha portato a conseguenze gravi per entrambe le squadre coinvolte. Tutto è cominciato quando, durante una partita di calcio tra la squadra del Garlasco e gli avversari di Cesano Idrostar, un giocatore della squadra ospite ha dato una manata a un avversario per impedirgli di passare. L’arbitro ha espulso il giocatore con un cartellino rosso, ma prima che potesse lasciare il campo, alcuni individui hanno scavalcato la rete e hanno colpito il giocatore con pugni e schiaffi.
Da lì è iniziato un vero e proprio caos: altre persone hanno scavalcato la rete e si è scatenata una rissa tra calci e pugni, coinvolgendo sia i giocatori delle due squadre che cercavano di separare gli altri che si picchiavano. Alcuni tifosi hanno persino rotto il lucchetto del cancello e invaso il campo. Solo dopo circa dieci minuti, con l’intervento delle forze dell’ordine, la situazione è stata sedata.
Purtroppo, i giocatori di Cesano sono stati portati via in ambulanza con lividi, ferite e traumi alla testa, sebbene non gravi. Alla fine, entrambe le squadre sono state penalizzate: una multa di 500 euro per le società, due partite a porte chiuse e la perdita della partita a tavolino. Inoltre, il giocatore di Cesano Idrostar che ha commesso il fallo è stato squalificato per tre giornate.
Il presidente di Idrostar, Ettore Leporatti, ha commentato che, sebbene un fallo possa accadere durante una partita, non può giustificare una vera e propria carneficina come quella accaduta. Ha sottolineato l’importanza del rispetto per l’avversario e per le regole nel calcio. È giusto che coloro che hanno picchiato i giocatori vengano puniti, così come il giocatore che ha commesso il fallo, ma ognuno deve assumersi la propria responsabilità.