Il comportamento del magistrato Piercamillo Davigo è stato definito “sorprendente” dai giudici in una sentenza depositata a Milano. Davigo aveva querelato Paolo Mieli, già direttore del Corriere della Sera, per diffamazione aggravata a causa di un articolo sul caso Palamara. Mieli citava e riassumeva le dichiarazioni di Luca Palamara in una trasmissione televisiva. Tuttavia, si è scoperto che Davigo non aveva mai visto la trasmissione e quindi non sapeva cosa Palamara avesse effettivamente detto. Nonostante ciò, aveva querelato Mieli. Il giudice milanese Luigi Varanelli ha quindi assolto Mieli perché il fatto non costituiva reato. Le motivazioni dell’assoluzione sottolineano lo stupore del giudice per il comportamento di Davigo. La sentenza ricorda che tutto è nato da una frase dell’articolo di Mieli in cui si faceva riferimento a Davigo come possibile coinvolto nelle nomine dei procuratori della Repubblica. Davigo si era indignato per queste affermazioni e aveva denunciato Mieli. Durante il processo, è emerso che Mieli aveva riportato le parole di Palamara e non aveva espresso idee personali. Il video della trasmissione è stato proiettato in aula per verificare se Mieli avesse riportato correttamente le dichiarazioni. Tuttavia, Davigo ha ammesso di non aver mai visto la trasmissione prima di allora e che si era basato su quanto riferitogli dall’avvocato. Quindi, Davigo accusava Mieli di avere travisato le dichiarazioni senza averle mai sentite. Questo comportamento è stato definito sorprendente dai giudici. La speranza è che quando Davigo era un pubblico ministero non utilizzasse lo stesso metodo di valutazione delle prove.

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