Nessun nuovo processo per l’ex poliziotto Domenico Romitaggio, nonostante la lettera di un prete e il perdono concesso dalla famiglia di Giuseppe Turrisi, il senzatetto ucciso negli uffici della Polfer della Stazione Centrale il 6 settembre 2008. Romitaggio si è rivolto alla Corte d’Appello di Brescia per chiedere la revisione del processo, ma la richiesta è stata respinta.

La difesa di Romitaggio ha presentato una lettera scritta dal sacerdote don Giovanni Branco, che testimonia l’estraneità dell’ex poliziotto ai fatti. Secondo il religioso, Romitaggio avrebbe affermato di non essere stato lui a sferrare il calcio mortale alla vittima, ma un suo collega mai processato. Tuttavia, la Cassazione ha ritenuto che queste dichiarazioni non abbiano valore probatorio sufficiente per sovvertire il giudizio di condanna.

Inoltre, è stata citata la testimonianza di un uomo che svolgeva servizio d’ordine presso la parrocchia in cui Romitaggio svolgeva attività di volontariato. Anche questa testimonianza è stata ritenuta priva di valore probatorio.

Per quanto riguarda il calcio mortale, Romitaggio è stato imputato per il suo contributo alla condotta aggressiva che ha causato la morte della vittima. Anche se non è stato lui a sferrare il colpo fatale, i giudici hanno stabilito che ha contribuito al fatto trattenendo la vittima e procurandole lesioni al capo e al corpo.

In conclusione, la richiesta di revisione del processo è stata respinta perché le prove presentate dalla difesa non sono considerate nuove e non sono ritenute sufficienti per sovvertire il giudizio di condanna. Romitaggio, quindi, rimane condannato a 12 anni di reclusione per concorso in omicidio preterintenzionale e a 3 anni per concorso in falso ideologico.

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