L’Associazione Garda Lake ha sollevato una controversia contro il Comune per la sbarra posta al Pra de la Fam. Secondo la difesa, l’obiettivo era evitare il Far West.

La disputa riguarda l’accesso limitato ai veicoli con un’altezza superiore a 1,80 metri nell’area di sosta del Prà de la Fam di Tignale, che impedisce l’accesso non solo ai camper, ma anche ai mezzi con il windsurf sul tetto. L’Associazione sportiva “Windsurfer Garda Lake” ha presentato ricorso contro l’ordinanza emessa dal Comune di Tignale a maggio, e il Comune ha incaricato il proprio avvocato per costituirsi in giudizio al Tar. Nell’ordinanza si motiva il provvedimento con la necessità di “tutelare l’interesse pubblico e disciplinare in maniera precisa i parcheggi dell’area a lago, il decoro e la tutela ambientale dell’area al Porto di Tignale”.

La protesta sta crescendo. I promotori dell’iniziativa sostengono che il divieto non sia il modo corretto per regolamentare l’uso di un’infrastruttura pubblica. Hanno finanziato le spese legali con una raccolta fondi online tramite la piattaforma gofundme e ritengono che la posizione della barriera, non adeguatamente segnalata, possa creare situazioni di pericolo oltre a limitare la libertà di circolazione.

Il sindaco di Tignale, Daniele Bonassi, ha un’opinione diversa. Afferma che la sbarra non discrimina nessuno e che non è una novità di questa stagione. Esiste da diversi anni, ma di recente rimaneva spesso aperta, alimentando il bivacco incontrollato di veicoli di grandi dimensioni. Ora l’area è stata bonificata e la gestione degli spazi è più ordinata e fruibile per turisti e residenti.

I ricorrenti ammettono che il provvedimento è stato preso perché molti turisti hanno confuso il parcheggio del Porto con un campeggio. Tuttavia, il ruolo dell’associazione è quello di promuovere e tutelare la pratica del windsurf. Invitano tutti a comportarsi in modo da non dare pretesto alle autorità per ulteriori provvedimenti difficili da contestare e a non vanificare lo sforzo di tutti.

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