Il traffico a Milano continua ad essere un problema nonostante i limiti di velocità e le restrizioni dell’area B. Secondo quanto riportato dal Corriere Milano, ogni giorno entrano in città in media 600.000 veicoli. Tuttavia, non sono le limitazioni e le piste ciclabili (sempre che siano tracciate in modo sicuro, cosa che avviene raramente a Milano) a risolvere il problema, ma il trasporto pubblico potrebbe essere la soluzione per ridurre il numero di auto in circolazione.
A Milano, le nuove linee della metropolitana vengono subito congestionate: all’apertura della linea 5, il traffico su viale Zara è diminuito ulteriormente, dopo che durante i lavori era già diminuito. Dopo pochi mesi, anche la linea Tre Torri era congestionata e ora si aspetta l’apertura del deposito per aumentare le frequenze.
Allora, ci si deve chiedere perché le Giunte Moratti e Pisapia hanno eliminato la previsione del secondo passante, che avrebbe portato direttamente nel centro di Milano da ogni stazione della Lombardia. Attualmente, il primo passante trasporta più di 320.000 passeggeri al giorno. Inoltre, ci si deve chiedere perché il Comune ha presentato un tracciato della linea 6 interquartiere nel Sud invece di seguire il tracciato del Piano della Mobilità, che avrebbe servito i pendolari provenienti da via Ripamonti e dal nord.
Un altro punto da considerare è la mancanza di parcheggi d’interscambio al di fuori di quelli gestiti da ATM. Le Ferrovie dello Stato in tutta la Lombardia hanno solo 2000 posti auto alle stazioni, un numero ridicolo considerando le necessità dei pendolari.
Se avessimo realizzato tutte queste infrastrutture o se le realizzeremo in futuro, non avremmo più motivo di preoccuparci del numero di auto che entrano in città, che sarebbe ridotto al minimo necessario.
In conclusione, è necessario investire nel trasporto pubblico e nelle infrastrutture per ridurre il traffico a Milano. Solo così potremo garantire una mobilità sostenibile e migliorare la qualità della vita dei cittadini.
(Articolo basato su un testo originale di Giorgio Goggi, pubblicato su Milano Post)