Il tribunale di Brescia ha escluso Lac, Medicina democratica e Codancons come parti civili nel processo contro gli amministratori dell’azienda di Brescia e della società incaricata della bonifica accusati di disastro ambientale, deposito incontrollato e omessa bonifica di rifiuti industriali pericolosi. Secondo Marino Ruzzenenti, docente e storico ambientalista bresciano, questa decisione è stata presa per salvare la faccia al Comune di Brescia e al Ministero dell’Ambiente che non si erano costituiti. Anche Fabio Rolfi, leader dell’opposizione in Loggia, critica la scelta del Comune di non costituirsi parte civile, sostenendo che si tratti di una decisione volta a tutelare l’ex commissario Moreni, politicamente affine a chi governa la Loggia. Il vicesindaco Federico Manzoni replica alle accuse di Rolfi, sostenendo che l’esclusione delle parti civili dimostra la correttezza della strategia processuale seguita dalla Loggia. Manzoni si dice stupito del fatto che Rolfi non faccia nessun rimprovero al Ministero dell’Ambiente, il quale avrebbe potuto costituirsi parte civile ma non lo ha fatto. Secondo Manzoni, la Loggia ha scelto di affrontare le problematiche legate alla Caffaro in modo più complesso ma fattivo, supportando l’azione del Commissario nella gestione della barriera idraulica e nella bonifica dello stabilimento industriale.

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