I giudici romani hanno respinto il ricorso presentato dai difensori della ex “Fonte Tritone”, condannata all’ergastolo per l’attentato del 28 maggio 1974 a piazza Loggia.

Nessun ribaltone per Maurizio Tramonte, condannato in via definitiva al massimo della pena per la strage di piazza Loggia. La quinta sezione della Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Baldassarre Lauria e Pardo Cellini, che avevano impugnato il rigetto dell’istanza di revisione da parte della Corte d’appello di Brescia. Secondo i giudici, Tramonte non solo non avrebbe impedito l’attentato, ma sarebbe stato presente alla riunione preparatoria. La difesa aveva presentato dodici motivi di presunta illegittimità della decisione, ma la Corte d’appello ha ritenuto che le nuove testimonianze non fossero idonee a sovvertire il quadro indiziario che ha portato alla condanna.

La sentenza della Cassazione conferma quindi la condanna all’ergastolo per Tramonte, senza aprire la strada a un nuovo processo. A Roma erano presenti anche gli avvocati delle parti civili che assistono i familiari delle vittime e i sopravvissuti, i quali hanno accolto positivamente la decisione della Corte d’appello di Milano. La sentenza rafforza anche i processi paralleli a carico di Marco Toffaloni e Roberto Zorzi, presunti esecutori materiali dell’attentato.

Questa decisione rappresenta un passaggio importante per la sentenza della Corte d’appello di Milano e dà forza anche ai processi in corso a carico degli esecutori materiali dell’attentato.

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