La questione dell’acqua sta dividendo la Valle Camonica. Per la prima volta, i nove Comuni che sono passati ad Acque bresciane si schierano contro il Bim e gli altri municipi che continuano a gestire autonomamente il ciclo idrico integrato. L’ente sovracomunale ha assegnato a ciascuna di queste amministrazioni 100mila euro per la riparazione di tubi e acquedotti. I sindaci di Edolo, Sonico, Paisco Loveno, Cedegolo, Darfo Boario Terme, Malonno, Lozio, Pisogne e Berzo Demo hanno scritto una lettera esprimendo il loro dissenso: “Si utilizzano i soldi di tutti i comuni della Valle per finanziarne solo una parte, escludendone apertamente un’altra. La decisione del Bim è lesiva dello spirito con il quale è nata la maggioranza che guida oggi gli enti sovracomunali”. Questi nove sindaci rappresentano un terzo della valle e i territori che generano il maggior gettito in termini di canoni idroelettrici per il Bim, perciò si sentono discriminati. L’accusa denuncia inoltre l’insostenibilità della gestione autonoma dell’acqua: i fondi distribuiti dal Bim non possono essere un semplice alibi per quelle amministrazioni che, con la loro scelta di autonomia, non hanno accesso ai fondi del Pnrr.