L’evasione di Roland Dedja: ipotesi su come sia riuscito a fuggire

Roland Dedja, noto per l’omicidio Copacabana di via Orzinuovi del 2010, è riuscito a evadere dal carcere di Teramo, dove era detenuto in attesa di giudizio per sequestro di persona ed associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Secondo quanto emerso, Dedja è riuscito a scendere dalla finestra del bagno della sua cella utilizzando una grossa corda, simile a quella usata dai rocciatori, dopo aver rimosso una parte della grata delle sbarre. Per ingannare i poliziotti penitenziari, aveva simulato la presenza di una persona sulla sua branda, coperta fino alla testa.

Sull’aiuto ricevuto da Dedja per la fuga, ci sono due versioni. Alcuni ipotizzano l’utilizzo di un drone per consegnargli l’attrezzatura necessaria, mentre secondo un’altra versione, una corda sarebbe stata fornita da un complice dall’esterno, legata ad un lenzuolo calato fuori dalla finestra.

Non è la prima volta che Dedja riesce a fuggire dal carcere. Nel luglio del 2010, era riuscito a scappare dal carcere di Pisa, dove stava scontando una pena per l’omicidio di un connazionale fuori da un locale notturno a Brescia. In quell’occasione, insieme ad un altro detenuto, si era calato dal muro di cinta utilizzando lenzuola annodate. Dopo essere usciti dall’istituto, avevano fermato una persona per strada, rubandole l’auto e scomparendo nel nulla. Tuttavia, dopo meno di due mesi, Dedja e il suo compagno di fuga, Bledar Shehu, erano stati rintracciati e arrestati dai carabinieri a Porto Recanati, in provincia di Macerata.

Roland Dedja è quindi un evaso esperto, che sembra saper organizzare le sue fughe in modo accurato. Ora le forze dell’ordine sono sulle sue tracce, sperando di poterlo riacciuffare quanto prima.

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