Pavia, 28 settembre 2023 – A poche ore dalla protesta davanti alla sede di Ats Pavia (ATS), dove alcune centinaia di attivisti e cittadini hanno manifestato la loro rabbia e il loro dolore per l’uccisione dei maiali del rifugio Cuori liberi di Sairano, una frazione di Zinasco, è stato diffuso in rete un video shock sulla morte del giovane Pumba.
Il video, ripreso da una telecamera nascosta da Essere Animali all’interno del rifugio, mostra le immagini strazianti di Pumba, un maialino di 5 anni in perfetta salute. All’arrivo dei veterinari, Pumba scodinzola credendo di trovarsi con persone amiche, come quelle che di solito frequentano il rifugio, ma appena intuisce il pericolo inizia a indietreggiare. Cerca di scappare in tutti i modi per sottrarsi ai suoi aguzzini e infine, braccato e ormai terrorizzato, si rifugia nella casetta che lui è abituato a considerare un rifugio sicuro e che si trasformerà invece in una trappola. Subito viene chiuso all’interno dopodiché due veterinari entrano con le siringhe: lacerante e spaventoso è il grido che si alza a quel punto da dentro la casetta e che poi, lentamente, si spegne, insieme alla vita di Pumba. I veterinari, infine, portano via il suo corpo senza vita trascinandolo a più mani e tirandolo con una corda, per poi buttarlo, come un sacco di immondizia, sulla ruspa che lo getta nel camion dei rifiuti. Il video è reso ancora più impressionante dall’audio, da quell’urlo senza speranza, suono di puro terrore che si imprime nella mente.
La Rete dei santuari ha deciso di mostrare le immagini perché sostengono che quanto accaduto il 20 settembre all’interno della struttura di Sairano avrebbe potuto essere evitato.
“C’è chi sostiene che i nostri amici fossero già morenti quando sono stati uccisi, la realtà è ben diversa. La morte di Pumba, Dorothy e di tutti gli altri non è stata una pietosa eutanasia, ma una morte piena di paura e dolore, inflitta ad animali in salute. Il video mostra come i veterinari dell’ATS operino freddamente, anestetizzati dalla routine quotidiana fatta di corpi da abbattere, indifferenti alle circostanze e al dolore, eseguendo con solerzia gli ordini imposti, incapaci di pensare al valore morale dei propri atti e ad opporvisi, se necessario”, afferma Sara d’Angelo della Rete dei Santuari di animali liberi.
“Gli 9 maiali erano membri della nostra famiglia”, dicono gli attivisti che gestiscono il rifugio. “Era stato sottratti a un destino di violenza e sfruttamento. Avrebbero dovuto morire in pace, accuditi da chi si è sempre preso cura di loro. Invece sono stati trascinati di nuovo in un vortice di violenza istituzionalizzata”.
Per garantire uno status di protezione coerente con il recente riconoscimento accordato ai santuari, il 7 ottobre alle 14 in piazza a Milano si terrà il corteo nazionale “Giù le mani dai santuari”, al quale stanno dando adesione migliaia di persone.