Un operaio indiano è stato licenziato dalla ditta “Novella Bio” di Trescore per aver ricaricato il suo motorino elettrico utilizzando l’elettricità dell’azienda. Il caso è stato portato davanti al Tribunale del lavoro di Bergamo, dove il giudice Monica Bertoncini ha chiesto alle parti di cercare una conciliazione. La decisione finale verrà presa nel prossimo ottobre, quando è stata fissata una nuova udienza.

Il lavoratore si è difeso affermando di aver utilizzato solo 25 centesimi di elettricità dell’azienda e che il suo licenziamento sarebbe stato motivato dalle sue attività sindacali come rappresentante della Cub. I suoi avvocati sostengono che il licenziamento sia una ritorsione e chiedono il suo reintegro e un risarcimento per i mancati stipendi.

Dall’altra parte, l’azienda è difesa dall’avvocato Sergio Gandi, che è anche vicesindaco di Bergamo. Secondo lui, l’azienda considera l’azione dell’operaio come un atto di insubordinazione e nel ricorso non si fa riferimento a ritorsioni per le attività sindacali. L’operaio avrebbe ripetutamente disobbedito a un divieto espresso di collegare il suo motorino alla rete dell’azienda. L’episodio principale risale all’anno scorso, quando la batteria del motorino si era rotta e l’operaio aveva collegato il veicolo alla rete per ricaricarla. Secondo la ditta, l’operaio avrebbe collegato il motorino senza autorizzazione e avrebbe tolto la spina solo dopo venti minuti, rubando quindi l’elettricità dell’azienda.

Il caso è ancora in corso e si dovrà attendere l’esito dell’udienza successiva per conoscere la decisione finale del tribunale.

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