“Il crepuscolo è nato quando l’uomo si è creduto più degno di una talpa o di un grillo” (Eugenio Montale)

Mi presento: sono Berry, il Gryllus domesticus. Appartengo alla grande e nobile famiglia Gryllidae, degli Ortotteri. Sarebbe cosa buona e giusta che oggi iniziassimo a pasteggiare con la farina dei grilli?!

Ne sono certo: nel Bel Paese, per ristoratori e panificatori, sarà l’ennesima manna piovuta dal cielo! Eppure per il nostro supremo vorace compagno di abbuffate, di nome Fisco, che, lamentosamente, ci fa pesare la debolezza delle sostanze pubbliche, causa la nostra avarizia – a suo dire – nel contribuire con le nostre tasche (e, qui, ex abrupto, si staglia la mitica figura del Marchese del Grillo); e così, dicevo, anche il nostro Socio occulto, festeggerà alla tavolata delle grill…ate, provvedendo ad innalzare la regina delle così dette imposte indirette: l’Iva, dal 22 al 25 per cento (abundare, non soltanto a tavola, è meglio che deficere).

Mi farà specie constatare che, a breve, i social pulluleranno di ricette grill…ate. E, un pizzico di amarezza invaderà il mio cuoricino allorquando le pantagrueliche appanzate (traduzione a senso: abbuffate, ripienezze gastriche) causeranno acidità di stomaco e indigestione.

Non mancheranno coloro che, personalmente, definirò abbuffalatori, ossia, gli affabulatori panzuti (non ne troverete uno scheletrico!) che, senza aver trinciato neppure un’antennina d’un grillo, purtuttavia, trinceranno pareri e consigli sui grilli: come allevarli in casa; come interpretare il linguaggio loro del frinire; sarà il caso di scrivere grillo o grilla, o in ossequio al genere, più esplicitamente grill*…

Al solito (come avvenne con il disciplinare riguardante le uova: peso, misura ovale-ellisse, rapporto sostanze bianco e rosso), interverrà l’UE per meglio specificare le misure fisiche dell’Ortottero ideale: lunghezza delle antenne, muscolosità delle gambette, il peso corporeo, l’altezza di un salto; se loro friniscono, noi umani, potremmo fare il salto del qua qua; se la temperatura interna del nostro habitat casalingo si confà al loro modus vivendi; se si dissetano bevendo la Ferrarelle o la più naturale acqua di pozzo; si potrà presentare loro una leggiadra farfalla policromatica per un rapporto intimo un tantino sopra le righe, pardòn, sopra le zampette, con salvaguardia della loro privacy, a prescindere.

Ma, saranno le implicazioni socio-economico-politiche che innescheranno il volano dello sviluppo di tante e tali attività sì da dare una svolta epocale al nostro stile di vita, mangereccio e mediterraneo, in primis.

La regional (o local) food infesterà le trattorie ed i trani (osterie-vinerie pugliesi diffuse a Milano): avremo grilli in polpette alla bolognese, alla napoletana, alla siciliana,… Orecchiette e cime di rapa e grilli fatti saltare in padella, alla pugliese. Brodino di grilli che ci manderà ancor di più in giuggiole…Si passerà dalla farinata di ceci alla farinata di grilli. Accanto alle Tea-room (sala da tè) avremo specifiche Grill-room.

Si potrà apprezzare il Grill…sushi. Sparirà qualche piatto tipico nostrano: il grillo alla carbonara (puah!); sulle tavole faranno bella mostra di sé i grilli salt’in bocca. Qualche grillino mingherlino sarà imbottito col ripieno. Una vellutata di grilli con il Bimby, ricca di sapienti sapori (cacio e pepe, alla Gricia cremosa, che usa in Ciociaria), no? Una cottura al vapore sarebbe più natura?

Con quale nettare di Bacco si potrà accompagnare un piatto a base di grilli: un Nero di Troia, della Daunia foggiana; o, un Verdicchio dei Castelli di Jesi? Avremo una pizza vegetariana con una spruzzata di croccanti grilletti, a mo’ di bottarga di tonno? Le uova deposte dalla grilla saranno apprezzabili quanto le uova dello storione (il caviale)?

Nelle cucine…stellate, si cimenteranno i nostri Nobel…chef: Cannavacciuolo, Cracco, Bottura,… all’ultimo grilletto!

Lo chef con il maggior numero di stelle Michelin, il francese Alain Ducasse, si adopererà tra i fornelli per meritarsi la ventesima stella della sua carriera nell’arte gastronomica cucinando una tipica pietanza agro-dolce, delicatissima, nell’alveo della nouvelle cuisine d’Oltralpe, per assaporare al meglio le alette degli ortotteri. I Ghanesi potranno sbizzarrirsi in cucina con un foufou impastato di farina di grilli come contorno per guarnire i piatti sugosi e saporiti della tradizione culinaria del Continente Nero, la così detta polenta africana.

Anche la letteratura ne sarà alimentata e contaminata. E’ sintomatico il fatto che, nell’età della modernità in cui viviamo, il passaggio dal Grillo Parlante (del Collodi) che ben consiglia Pinocchio; e, dal Grillo del Focolare (del Dickens) che sa discorrere sapientemente, avvenga in un tempo…bruciante, col trapasso al Grillo Fumante in una pentola o sulla graticola che soddisferà i desiderata della pancia, giammai i “Desiderata” elencati in versi nella bellissima e significativa poesia di Max Ehrmann (1872-1945), il poeta dell’Indiana (Stati Uniti) che la vergò verso il 1927. E, avremo un ‘Cantico di Sor Grillo e Sora cavalletta’?

Politica e sindacalismo non resteranno affatto a guardare tutti i commensali affamati, comodamente seduti alla conviviale tavolata… E fioccheranno i commenti più pepati: “Tanta gente ha tanti grilli per la bocca…!”. Senza lasciare alcuna “dolce reliquia”, come noterebbe l’Ariosto.

Non mancherà di costituirsi un sindacato sovranazionale in difesa dei grilli: “Ortotteri di tutto il globo terracqueo: Uniamoci!”. Al canterino melodico: “Tricolor grillino lo trionferà! Bandiera verde in alto si librerà!”

In politica (rigorosamente con la ‘p’ minuscola, onde solidarizzare con la piccola stazza dell’ortottero): sarà politically correct citare il Grillo Sovranazionale? Pranzi e cene modaioli, di gran voga durante le campagne elettorali, allieteranno piazze e locali, perché il panem, non più con le olivette e la Bologna a tocchetti, ma con gli occhietti dei grilli, non si negherà a nessun elettore votante!

Chiudo ponendomi un interrogativo: sorgeranno nuove esigenze in termini di impatto ambientale e salute? Chissà… Mi consola la riflessione lirica dell’Ungaretti: “Mi si travasa la vita, in un ghirigoro di nostalgie”!

Berardino Grillo

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