L’incendio doloso che ha distrutto il capannone della Work Safety Spa a Castione il 16 settembre ha preso una svolta significativa grazie alla testimonianza di una donna che ha visto due persone sospette vicino al luogo del crimine. Queste due persone, Massimo Dato e Tiziano Pedone, sono state successivamente arrestate dai carabinieri di Sondrio su ordine del gip Fabio Giorgi.

Secondo l’ordinanza del giudice, la testimonianza della donna è l’indizio più rilevante che collega l’incendio all’azione dei due indagati. La testimone ha infatti dichiarato di aver visto un furgone con a bordo Dato e Pedone entrare nel capannone poco prima che si sviluppassero le fiamme. Inoltre, l’apertura del cancello d’ingresso è stata effettuata con chiavi che non erano in possesso degli indagati e che non erano state fornite loro dalla Work Safety. Il fatto che le fiamme siano state precedute da uno scoppio è un ulteriore indizio della natura dolosa dell’incendio.

Il giudice ha accettato le prove investigative dei carabinieri e ha concluso che si tratta di un incendio doloso messo in atto dai due indagati, con la complicità di Marco Crocenzi, che ha fornito le targhe della sua auto per l’operazione. Il giudice ha sottolineato la pericolosità sociale degli indagati, non solo per i loro precedenti penali, ma anche per la loro spregiudicatezza nel mettere in atto un incendio in pieno giorno in un’area affollata, vicino a un centro commerciale e a una centralina elettrica.

Resta ancora da capire perché la ditta di Andrea Taurino sia stata presa di mira. Al momento, sembra che i tre indagati non abbiano alcun legame con l’azienda incendiata, quindi potrebbero essere solo esecutori per conto di mandanti ancora sconosciuti. Tuttavia, il giudice ha evidenziato che i tre indagati hanno agito con grande preparazione e attenzione, facendo pensare che non fosse la loro prima volta e che fossero abituati a commettere tali crimini per denaro.

Il giudice ha motivato la scelta della custodia cautelare in carcere per i tre indagati, sottolineando il rischio che possano influenzare le testimonianze o cercare di modificare le loro dichiarazioni. Inoltre, è emerso che Massimo Dato e la sua compagna sono tornati sul luogo del crimine il 23 settembre, presumibilmente per recuperare le targhe della jeep di Crocenzi, temendo di aver lasciato le loro impronte digitali.

In ogni caso, le targhe sono state già trovate e sequestrate dai carabinieri. L’indagine continua per identificare eventuali mandanti dietro questo incendio doloso che ha causato ingenti danni alla ditta Work Safety Spa.

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