Il Municipio di Gallarate è al centro di un dibattito dopo le sentenze di assoluzione per molti imputati nel processo Mensa dei poveri. Molti settori si sono dimostrati delusi dal fatto che si aspettavano condanne sicure. Tuttavia, i giudici hanno deciso diversamente per molte persone coinvolte nel processo, incluso il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, e i funzionari comunali. Questa decisione dovrebbe essere accolta con soddisfazione da tutta la città, compresi i partiti di opposizione che avevano sollevato legittimi dubbi sulla condotta del Municipio. Nonostante ciò, c’è chi sembra dispiaciuto che il Comune di Gallarate stia operando nella legalità. È emerso che c’era un sistema fraudolento attorno al Municipio, ma sembra che il sindaco, i suoi colleghi di giunta e i dirigenti non fossero complici.

È importante distinguere tra giudizi politici sull’azione amministrativa e le scelte fatte dall’esecutivo e dalla maggioranza di centrodestra. È normale che ci siano discussioni e contestazioni su queste decisioni. Tuttavia, dopo lo scandalo di corruzione che ha coinvolto alcuni politici locali, sembra che a Gallarate non si parli più apertamente di questioni urbanistiche. È necessario recuperare un progetto di sviluppo che vada oltre gli interventi a spot e che sia sostenibile per la terza città della provincia di Varese, che si trova in una posizione strategica vicino a Malpensa e con un’importante industria. Negli ultimi anni sembra che siano stati tralasciati opportunità in campo urbanistico per paura di affrontare un argomento delicato. È tempo di recuperare il tempo perduto e di andare avanti, ora che siamo usciti dall’imbarazzo di un processo pesante che ha coinvolto il sindaco e l’intero esecutivo. È ora di superare le ombre che l’inchiesta ha gettato sull’onestà e la correttezza della classe politica.

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