Il rapporto diffuso oggi da Greenpeace Italia mette in evidenza la presenza di PFAS nelle acque potabili di diversi comuni lombardi. Undici campioni su 31, pari al 35% del totale, sono risultati contaminati da questi composti poli- e perfluoroalchilici. I campioni sono stati analizzati da un laboratorio indipendente e sono stati raccolti principalmente da fontane pubbliche, spesso situate in parchi giochi o vicino a scuole primarie. Questi luoghi sono considerati “punti sensibili” in quanto i bambini potenzialmente esposti alla contaminazione sono più a rischio.
Quattro dei campioni contaminati hanno superato il limite della Direttiva europea 2020/2184, che è di 100 nanogrammi per litro. Questo è accaduto a Caravaggio e Mozzanica, in provincia di Bergamo, e a Corte Palasio e Crespiatica, in provincia di Lodi. In particolare, a Crespiatica sono state rilevate concentrazioni di oltre 1.000 nanogrammi per litro, un livello estremamente alto. In confronto, in altre regioni italiane con concentrazioni simili, sono state prese misure drastiche per proteggere la salute della popolazione.
Nei restanti sette campioni contaminati sono state riscontrate concentrazioni comprese tra 12 e 54 nanogrammi per litro. In cinque di questi casi, le concentrazioni erano superiori ai valori più cautelativi per la salute umana proposti in Danimarca o negli Stati Uniti. I PFAS sono sostanze bioaccumulabili che possono causare effetti negativi sulla salute umana anche a concentrazioni estremamente basse, come rilevato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).
Greenpeace Italia ha presentato sei esposti alle Procure lombarde competenti per le province in cui sono stati raccolti i campioni contaminati. L’organizzazione ambientalista chiede alle Procure di adottare provvedimenti cautelari per impedire la somministrazione di acqua contaminata alla popolazione. Al momento, il Dipartimento di Brescia di ARPA Lombardia sta effettuando ulteriori accertamenti in merito.
Greenpeace Italia ha lanciato una petizione per chiedere al governo e ai ministeri competenti di vietare l’uso e la produzione di tutti i PFAS in Italia. L’organizzazione chiede anche alla Regione Lombardia di individuare le fonti inquinanti e di bloccare l’inquinamento all’origine. Inoltre, Greenpeace Italia chiede l’implementazione di un piano di monitoraggio regionale sulle acque potabili e la garanzia del diritto dei cittadini a disporre di acqua pulita e non contaminata.
La presenza di PFAS nelle acque potabili è un problema serio che richiede un intervento immediato per proteggere la salute della popolazione. È fondamentale che le istituzioni lombarde agiscano con determinazione per risolvere questa situazione e garantire l’accesso a acqua potabile sicura per tutti i cittadini.