Il sostituto procuratore di Busto Arsizio, Ciro Caramore, ha presentato al giudice dell’udienza preliminare la richiesta di rinvio a giudizio per Irene Pivetti, ex presidente della Camera, Luciano Mega, imprenditore di Vanzago, e altre sette persone. La richiesta è accompagnata da 92 capi di imputazione riguardanti la fornitura di mascherine durante l’emergenza Covid alla Protezione Civile e ad altri enti pubblici e aziende private.
Gli imputati sono accusati di frode in forniture pubbliche, appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio, contrabbando aggravato e bancarotta fraudolenta. Le mascherine fornite, provenienti dalla Cina, avevano un valore complessivo di 35 milioni di euro, ma ne sono state consegnate solo per un valore di 10 milioni. Inoltre, erano di pessima qualità e non utilizzabili negli ospedali, nonostante avessero un falso marchio CE. Nel luglio del 2021, sono state sequestrate 1,3 milioni di mascherine all’aeroporto di Malpensa.
Gli avvocati di Irene Pivetti e Luciano Mega hanno commentato la decisione del sostituto procuratore. L’avvocato di Pivetti ha dichiarato che la sua assistita non ha timore di confrontarsi con la verità e che non è detto che il processo si svolgerà a Busto Arsizio. Anche l’avvocato di Mega ha sottolineato l’incompetenza territoriale del tribunale di Busto Arsizio e ha affermato che il caso dovrebbe essere inviato a Roma.
Secondo l’inchiesta, Irene Pivetti, attraverso una società a lei riconducibile, avrebbe incassato 35 milioni di euro per la fornitura di mascherine. Tuttavia, queste mascherine non rispettavano i requisiti minimi dell’Unione Europea e della Cina. Inoltre, Pivetti e Mega avrebbero beneficiato di agevolazioni fiscali per l’importazione dei dispositivi di protezione individuale.
L’indagine, durata due anni, ha ricostruito i meccanismi dell’importazione delle mascherine e le commesse per la Protezione Civile. Nelle 600 pagine della richiesta cautelare sono stati elencati i nomi e i fatti relativi al caso. Inoltre, sono stati aperti 40 procedimenti in tutta Italia riguardanti questa vicenda.
Il pubblico ministero di Busto Arsizio è riuscito a sequestrare solo 1,2 milioni di euro dal conto di Irene Pivetti, mentre gli altri 34 milioni sono stati trasferiti su conti esteri. Inoltre, è emerso un errore di trasferimento di denaro dalla Protezione Civile al conto di Pivetti, che ha portato al trasferimento di 13,2 milioni di euro invece di 1,32 milioni. La Protezione Civile si è accorta dell’errore solo otto giorni dopo e ha chiesto invano il rimborso della somma erogata in eccesso.
La vicenda delle mascherine durante l’emergenza Covid si è trasformata in un grande affare milionario, con molte persone che si sono mosse per accaparrarsi dispositivi di protezione individuale. Tuttavia, le mascherine fornite non erano conformi ai requisiti di sicurezza e sono state vendute anche ad enti pubblici e aziende private.