La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza definitiva riguardo alla tragica morte di Paola Nardini, avvenuta il 29 settembre 2013 durante un’immersione nel lago di Como. I due compagni di immersione, Daniele Gandola e Walter Sordelli, sono stati coinvolti in una lunga battaglia legale che si è conclusa la scorsa settimana, a dieci anni esatti dalla tragedia.

Daniele Gandola, dopo aver visto Paola in difficoltà, non le ha passato il proprio erogatore e ha chiamato Walter Sordelli invece di intervenire immediatamente. Questo ritardo ha causato un’ulteriore complicazione nella situazione e ha reso più difficile tentare di salvare la vittima. La Corte di Cassazione ha respinto definitivamente il ricorso presentato dai legali di Gandola, confermando la sua responsabilità civile per quanto accaduto.

Nonostante la richiesta della pubblica accusa di accogliere il ricorso della difesa, i giudici hanno deciso in modo diverso. Gli avvocati di Gandola hanno commentato che, anche se non condividono la decisione, rispettano la sentenza della Cassazione. D’altro canto, l’avvocato dei parenti della vittima ha affermato che, dopo dieci anni, la conclusione è che la morte di Paola Nardini sia stata causata dalla condotta negligente di Daniele Gandola.

Nonostante i lunghi tempi processuali che hanno portato alla prescrizione del reato, i genitori e le sorelle di Paola hanno ottenuto la giusta ricostruzione della verità. Questa sentenza potrà finalmente dare loro la serenità nell’individuazione delle colpe, anche se non potrà restituire loro la loro amata Paola.

La vicenda giudiziaria che ha seguito questa tragedia ha dimostrato la complessità del nostro sistema processuale, ma alla fine è stato possibile arrivare a una conclusione certa. Ora la famiglia di Paola potrà finalmente chiudere questo triste capitolo della loro vita e ricordare la loro amata con la giusta verità a disposizione.

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