Padre, figlio e fidanzata, e un amico accusati dell’omicidio aggravato dell’imprenditore di Trescore: si andrà in Corte d’Assise. Il nodo del Rivotril e di chi materialmente preparò la dose nel caffè.
Angelo Bonomelli aveva 80 anni e, per usare le parole che il figlio Emanuele scrisse per il funerale, era “un fiume in piena”. Fondatore di un’impresa funebre ceduta al figlio e da 40 anni gestore di Villa Ortensie a Sant’Omobono, l’imprenditore di Trescore venne trovato nel parcheggio di via Enrico Mattei, a Entratico. Era l’8 novembre del 2022, fu trovato senza vita al volante del suo suv Fiat Freemont. Lì per lì, senza segni di violenza sul corpo, sembrava un malore. E in effetti Bonomelli era morto per insufficienza cardiocircolatoria. Ma presto, con le indagini dei carabinieri, emerse l’omicidio.
Narcotizzato con il Rivotril: quattro accusati
Narcotizzato con il Rivotril e poi lasciato morire al freddo. È andata così dalle indagini, tramite gps e con la scena ripresa dalle telecamere. Ne devono rispondere Matteo Gherardi, 34 anni, di Gaverina Terme; il padre Luigi, 59 anni, anche lui di Gaverina Terme; la fidanzata Jasmine Gervasoni, 24 anni, di Sedrina e l’amico Omar Poretti, 36 anni, di Scanzorosciate. Difesi dagli avvocati Gianluca Quadri, Roberta Zucchinali e Luca Bosisio, compariranno davanti al gup Stefano Storto, il 17 ottobre.
Aggravanti da ergastolo
Ma salvo colpi di scena, i quattro imputati dovranno affrontare il processo in Corte d’Assise. Le aggravanti dei futili o abietti motivi, oltre che dell’uso di sostanze venefiche, sono da ergastolo quindi non permettono il rito abbreviato con lo sconto di pena. A tutti e quattro è contestata anche la rapina, come scopo del delitto, di un orologio d’oro, un telefono e 120 euro che Bonomelli aveva con sé.
L’appuntamento al bar
Gli diedero appuntamento al bar Sintony in via Kennedy, a Entratico. Lo avevano conosciuto un mese prima e Matteo Gherardi, abile con Internet, presentato da un ex dipendente di Bonomelli, poteva essere utile per il rilancio di Villa Ortensie, hotel a 4 stelle con le terme. Ma le telecamere del locale mostreranno ai carabinieri una scena inequivocabile. Ad un certo punto, Bonomelli non si regge più, viene accompagnato sulla sua auto. Due salgono con lui, gli altri seguono il suv con una Volkswagen Polo. Sono le 18.12, lasceranno l’imprenditore nel parcheggio per tutta la notte e la mattina dopo fino a quando, lanciato l’allarme del figlio, i carabinieri ritroveranno Bonomelli alle 13. Gli imputati sapevano che avesse perso conoscenza, un uomo di 80 anni – è la contestazione – ma non chiamarono l’ambulanza.
Il nodo della dose di narcotizzante
Il pm contesta a tutti l’omicidio, oltre che la rapina e aver rivenduto l’orologio a un Compro Oro. Ma uno dei nodi centrali è il Rivotril. Era di Matteo Gherardi, che lo utilizzava, ma è Poretti a uscire dal bar con la bibita per l’imprenditore. Dalla versione di Gherardi, oltre che dalle indagini, lo passò a Poretti. Quindi? Gherardi sostiene di avergli raccomandato di usare poche gocce; Poretti, invece, sostiene che fu Gherardi a preparare la dose già nel boccettino. E gli altri due sostengono che non ne sapessero nulla.