L’ospedale di Lecco è in sovraffollamento. Recentemente, alcuni pazienti in attesa di interventi programmati sono stati mandati a casa perché non c’erano più posti letto disponibili. Questo è accaduto sia nel reparto di Chirurgia che in quello di Ginecologia. I medici, non sapendo dove metterli, hanno chiesto ai pazienti in eccesso di decidere tra di loro chi avrebbe dovuto andarsene. Almeno tre persone che avrebbero dovuto essere operate sono state ufficialmente rimandate a casa.

A coloro che sono rimasti non è andata meglio, costretti ad aspettare il proprio turno in piedi o su barelle di fortuna parcheggiate nei corridoi, come in un ospedale da campo. Questo è accaduto sia nel reparto di Chirurgia dell’Alessandro Manzoni che in quello di Ginecologia. Il senatore di Sinistra Italiana, Tino Magni, ha denunciato la situazione. La direzione sanitaria ha comunicato che ciò è stato causato dall’arrivo di casi urgenti e prioritari dal Pronto soccorso, anche se sembra che ci sia stata una cattiva gestione degli appuntamenti e dei conteggi dei ricoveri e delle dimissioni. Per evitare che ciò si ripeta, il responsabile della sanità pubblica locale ha annunciato l’attivazione di nuovi posti letto.

Tuttavia, mancano sufficienti infermieri a causa della sempre più numerosa emorragia di operatori sanitari: decine di lettere di preavviso di dimissioni sono già state depositate presso il protocollo. Per ovviare alla cronica carenza di personale presso l’ospedale di Lecco, è stata presa in considerazione la possibilità di trasferimenti forzati dall’ospedale di Merate, dove la situazione non è certo migliore, anzi. Dopo i sindaci del Meratese e del Casatese, i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, dem e 5Stelle si uniscono alle proteste per una sanità locale in disordine, anche da parte di Italia Viva.

I rappresentanti dell’Usb eletti nella Rsu insistono inoltre per il commissariamento di Asst Lecco. “Stiamo valutando la proposta di richiedere il commissariamento”, conferma il funzionario regionale dell’Unione sindacale di base, Francesco Scorzelli, al quale spettano anche 15.000 euro di risarcimento perché è stato sospeso dal servizio ingiustamente.

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