Due minori della “Milano bene”, un ragazzo ungherese di 17 anni e un ragazzo cinese di 15 anni, sono stati arrestati per aver commesso una rapina a mano armata in un supermercato di via Paolo Sarpi lo scorso giugno. Entrambi i giovani sono figli di manager stranieri e frequentavano un noto istituto scolastico privato, che li ha espulsi dopo l’arresto.
Secondo la ricostruzione degli agenti, i due rapinatori erano compagni di scuola e complici anche al di fuori delle lezioni. La sera del 3 giugno sono entrati nel supermercato con il volto coperto da un passamontagna e il ragazzo cinese aveva addirittura una pistola per minacciare il proprietario e rubare gli 800 euro di incasso. Il ragazzo ungherese è stato bloccato subito con l’aiuto di alcuni passanti e consegnato alla polizia, mentre il ragazzo cinese è riuscito a farla franca fino al suo arresto di pochi giorni fa.
Il primo, dopo la cattura, ha ammesso le sue responsabilità durante l’interrogatorio e ha scontato un periodo di detenzione presso l’Istituto Penale Beccaria, seguito dagli arresti domiciliari. Dopo accurate indagini, il complice è stato raggiunto da un’ordinanza del giudice per i minori e arrestato dagli agenti della Squadra mobile di Milano. Il ragazzo cinese è stato poi collocato in una comunità nel Pavese. Entrambi sono stati espulsi dalla scuola privata, che già in passato aveva richiamato i giovani per motivi disciplinari.
Questo episodio ha messo in evidenza il fenomeno dei “figli di papà” o della “Milano bene”, giovani provenienti da famiglie benestanti che vivono una vita ricca di comfort e frequentano scuole prestigiose, con rette non accessibili a tutti. Nonostante le opportunità e i privilegi di cui godono, questi ragazzi hanno scelto di compiere una rapina a mano armata, probabilmente per noia o per un senso di sfida. Ora dovranno affrontare le conseguenze delle loro azioni e cercare di riscattarsi.

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