Il Teatro Sociale di Sondrio ha aperto la stagione d’opera con una magnifica esibizione del capolavoro mozartiano “Don Giovanni”. Il maestro Stefano Giaroli, direttore dell’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane, e il coro dell’opera di Parma guidato da Ruben Ferrari hanno regalato al pubblico uno spettacolo indimenticabile.

L’opera, presentata in una versione “agrodolce”, ha sorpreso il pubblico con repentini cambi di scena, anche se non visibili, ma legati a espedienti scenici. Grazie alla brochure della Banca Popolare di Sondrio, curata da Pietro Citati e Giovanni Gavazzeni, il pubblico era preparato e attento alla trama dell’opera, che narra le vicende del dissoluto Don Giovanni, un uomo che non conosce limiti e che viene infine punito per i suoi comportamenti.

La performance è stata arricchita dall’ouverture mozartiana, che sembrava riassumere in modo brillante l’intera opera, tra momenti comici e drammatici. Le scene di Carlo Guidetti, con mura decrepite e un grande arco, e le luci di Marco Ogliosi hanno creato un’atmosfera suggestiva. Il protagonista, interpretato in modo magistrale, era affiancato dal fedele Leporello, pronto a compiacere il padrone nelle sue malefatte. Don Giovanni cercava di conquistare le grazie di Donna Anna, ma veniva fermato dal Commendatore, il padre della giovane, che difendeva l’onore della figlia con la sua stessa vita.

Il protagonista, però, non si fermava e continuava a sedurre anche Donna Elvira, una donna innamorata che cadeva vittima delle sue lusinghe. Don Giovanni non faceva distinzioni tra donne di diverse età o aspetto, purché indossassero una gonna. Il suo comportamento era un esempio negativo per i giovani in cerca di emozioni forti.

La storia si complicava ulteriormente con il coinvolgimento di Zerlina, una giovane ingenua sedotta da Don Giovanni durante un matrimonio. Masetto, il suo fidanzato, era sconvolto dall’arroganza del nobile. Donna Elvira, nel frattempo, difendeva il seduttore, mentre Don Ottavio prometteva vendetta per l’omicidio del Commendatore.

L’intreccio si infittiva sempre di più e il protagonista si trovava infine faccia a faccia con il “Convitato di pietra”, che lo condannava al fuoco dell’Inferno. Una punizione esemplare in un finale senza appello.

Lo spettacolo ha lasciato il pubblico senza parole, con un’interpretazione magistrale di tutti gli attori e una regia impeccabile. Il Teatro Sociale di Sondrio può considerarsi orgoglioso di aver inaugurato la stagione d’opera con un evento così memorabile.

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