Il Tribunale di Milano ha emesso una sentenza questa mattina condannando Lautaro Martinez, attaccante dell’Inter e della nazionale argentina, per il licenziamento illegittimo della sua babysitter durante il periodo di comporto. La donna, di nazionalità argentina e di soli 27 anni, ha dovuto lottare non solo contro una grave malattia che non le ha lasciato scampo in pochi mesi, ma anche contro il suo datore di lavoro. Il capitano dell’Inter aveva regolarmente assunto la giovane donna come babysitter nella sua residenza di Milano. Dopo oltre 8 mesi di lavoro, la donna ha improvvisamente accusato forti dolori addominali che hanno richiesto il suo immediato ricovero in ospedale. Dopo gli esami, la prognosi è stata subito infausta.

Dal suo letto d’ospedale, la donna ha ricevuto la lettera di licenziamento da parte del suo datore di lavoro, a causa di un presunto superamento del periodo di comporto. La ragazza ha quindi deciso di rivolgersi allo studio legale Gagliano-Vadalà per tutelare i suoi diritti. Nonostante i tentativi dei suoi avvocati di risolvere la questione in modo amichevole, è stato inevitabile richiedere l’intervento del Tribunale di Milano. Nei primi giorni di gennaio 2023, la giovane donna è purtroppo deceduta nel suo paese d’origine e il processo è stato ripreso dai suoi eredi.

Secondo quanto sostenuto dalla famiglia della giovane donna, Lautaro ha terminato il suo rapporto di lavoro il 10 luglio 2022, nonostante lei fosse ricoverata per una malattia oncologica. Questa circostanza le avrebbe garantito più giorni di assenza retribuiti. Il Tribunale ha calcolato che, “considerando l’anzianità di servizio e l’aumento del 50% previsto per le malattie oncologiche, avrebbe dovuto essere applicato un periodo di comporto di 67,5 giorni anziché i 49 calcolati da Lautaro”. Quindi, avrebbe dovuto ricevere 18,5 giorni in più di retribuzione.

L’attaccante dell’Inter sarà quindi tenuto a pagare ai genitori della giovane donna la retribuzione che non le ha riconosciuto a causa di un calcolo errato del superamento del periodo massimo di assenze per malattia.

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