Oscar Alfonso Innaurato di Brianza Oltre l’Arcobaleno, al presidio dell’epoca Monza, 12 Ottobre 2023 – “Mai sei mica fr*cio?”, urlato continuamente dopo il rifiuto di acquistare delle paia di calze, poi la minaccia di riprenderlo con un video, millantando molestie sessuali inesistenti e infine la richiesta di 100 euro per permettergli di allontanarsi. Vittima di questa vicenda, avvenuta la mattina del 16 dicembre del 2020 sul treno Milano-Monza, un 63enne brianzolo che, dopo essere stato preso di mira da due ragazzi, era sceso alla stazione ferroviaria monzese e si era diretto alla stazione della polizia ferroviaria per sporgere denuncia.
Oggi al Tribunale di Monza il gup del Tribunale di Monza ha accolto il patteggiamento della pena di 10 mesi, dopo una lettera di scuse e un risarcimento del danno morale, del 25enne napoletano imputato di tentata estorsione. Il giovane era stato identificato dalle telecamere e riconosciuto dal 63enne. A suo supporto si era schierata l’associazione Brianza Oltre l’Arcobaleno, che però non era parte civile nel procedimento penale.
“Denunciare di aver subito una discriminazione omofobica o una violenza non è facile, ma è necessario – sostiene Oscar Alfonso Innaurato del Direttivo di BOA -. Si deve reagire per contrastare il fenomeno ed evitare che qualcuno si senta libero di agire impunito. Un nostro associato è stato aggredito, insultato, ed ha subito un tentativo di estorsione e con grande determinazione e coraggio è andato fino in fondo, permettendo la cattura di uno dei malviventi”.
La denuncia aveva dato vita ad un presidio, a cui hanno partecipato anche Possibile, Lab Monza, Amnesty International, Cgil e il Pd con l’assessora alle pari opportunità di Monza, Andreina Fumagalli, dove erano stati invitati tutta la comunità arcobaleno e “tutti coloro che si indignano per le ingiustizie”, anche per “ribadire l’assenza di una legge italiana e regionale che contrasti l’odio a sfondo omolesbobitransfobico” perché “è impensabile che ancora nel 2023 un aspetto così personale possa essere utilizzato per recare offesa a un soggetto”.
Il caso di discriminazione omofobica avvenuto a Monza nel 2020 ha finalmente avuto una conclusione. Il Tribunale di Monza ha accolto il patteggiamento della pena di 10 mesi per il giovane napoletano imputato di tentata estorsione nei confronti del 63enne brianzolo. Il giovane era stato identificato grazie alle telecamere e riconosciuto dalla vittima. La vicenda ha suscitato grande indignazione e ha portato alla luce la mancanza di una legge italiana e regionale che contrasti l’odio a sfondo omolesbobitransfobico.
La vittima, membro dell’associazione Brianza Oltre l’Arcobaleno, ha dimostrato grande coraggio e determinazione nel portare avanti la denuncia, permettendo così l’arresto di uno dei responsabili. Oscar Alfonso Innaurato, membro del direttivo di BOA, ha sottolineato l’importanza di denunciare tali episodi per contrastare il fenomeno e impedire che gli autori agiscano impunemente.
La vicenda ha ricevuto ampio sostegno da parte di diverse organizzazioni, tra cui Possibile, Lab Monza, Amnesty International, Cgil e il Pd. Durante un presidio tenutosi a Monza, è stato ribadito il bisogno di una legislazione che contrasti l’odio e la discriminazione verso la comunità arcobaleno. Andreina Fumagalli, assessora alle pari opportunità di Monza, ha sottolineato l’inaccettabilità che un aspetto così personale possa essere utilizzato per offendere qualcuno, soprattutto nel 2023.
Questo caso di discriminazione omofobica e tentata estorsione rappresenta un triste esempio di quanto ancora sia necessario fare per garantire l’uguaglianza e il rispetto di tutti i cittadini. È fondamentale che la società si mobiliti per contrastare l’odio e promuovere l’accettazione e l’inclusione di ogni individuo, indipendentemente dalla propria orientamento sessuale. Solo così potremo costruire una società più giusta e rispettosa.