Carlo Mosca, il medico di 51 anni originario di Persico Dosimo, è stato assolto anche dalla Corte d’Assise d’Appello. Tuttavia, rispetto al primo grado, la sentenza ha optato per la formula dubitativa anziché per l’assoluzione piena emessa l’anno scorso per l’accusa di omicidio volontario plurimo. Mosca era accusato di aver iniettato a tre pazienti affetti da Covid, Succinilcolina e Propofol, farmaci incompatibili in assenza di intubazione, e letali poiché causano il blocco dei muscoli e l’arresto respiratorio.

La prima sentenza era stata impugnata dal pm Federica Ceschi, che aveva chiesto una condanna a 24 anni di reclusione per i decessi di Natale Bassi, 61 anni, di Ghedi, di Angelo Paletti, 79 anni, di Calvisano, e l’assoluzione per la morte di Ernesto Nicolosi, 87enne di Carpenedolo.

Oggi a Brescia, il procuratore generale Francesco Rombaldoni aveva chiesto una nuova istruttoria dei testimoni e una nuova perizia medico-legale per determinare se la quantità di Propofol trovata nell’encefalo di Angelo Paletti potesse essere stata somministrata post mortem. In caso contrario, avrebbe richiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”, poiché senza nuove prove non c’era la possibilità di ribaltare il precedente verdetto di assoluzione.

I giudici hanno respinto la richiesta di perizia e hanno deciso per la non colpevolezza del medico. Questa vicenda aveva portato all’arresto di Mosca nel 2021, ma è stato rilasciato dagli arresti domiciliari dopo 18 mesi.

Il pm di primo grado aveva creduto alle accuse mosse dai due infermieri Michele Rigo e Massimo Bonettini nei confronti dell’ex primario, ma nel corso del processo i medici e i colleghi li avevano smentiti. La Corte, oltre ad assolvere l’imputato, aveva disposto la trasmissione degli atti alla procura con l’ipotesi di reato di calunnia per entrambi gli infermieri.

Le “false accuse rivolte al dottor Mosca” sono state il focus principale della motivazione della prima sentenza, che parlava di “equivoci” tra la Morfina e la Succinilcolina e di “tesi, supposizioni e sospetti” come “linfa vitale che ha cristallizzato un’accusa calunniosa di omicidio”.

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