Elisa Conzadori è morta tragicamente investita da un treno il 15 agosto 2020, mentre stava facendo ritorno a casa dopo il suo turno di lavoro in un supermercato di Codogno. Il tragico incidente è avvenuto al passaggio a livello di Maleo, nella via Case Campagna. Il convoglio ha scaraventato l’auto di Elisa a decine di metri di distanza, causando la sua morte istantanea. Inizialmente, quattro operatori di RfI sono stati indagati per omicidio colposo.

La Procura di Lodi ha condotto un’approfondita inchiesta sul caso, effettuando numerosi accertamenti da parte di esperti. Tuttavia, non sono stati riscontrati malfunzionamenti tecnici nel passaggio a livello o in altri impianti correlati. Pertanto, nonostante l’opposizione dei legali dei familiari e del fidanzato di Elisa, la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura è stata accettata e non sono state ordinate ulteriori indagini preliminari dal giudice.

I genitori di Elisa, Walter Conzadori e Silvana Commaroli, non accettano la decisione e sono determinati a ottenere giustizia per la loro figlia. Si affidano a psicologi e prendono farmaci per sopportare il dolore e la frustrazione di questa situazione. Walter Conzadori promette che non finirà qui e che farà tutto il possibile per riaprire il caso, anche rivolgendosi alla politica. Si rivolgeranno a Silvana Commaroli, affiancata da Francesco Salvini, presidente delle Infrastrutture, e, se necessario, andranno ancora più in alto. Chiedono che vengano inviati ispettori per riesaminare il caso.

Walter Conzadori sostiene che il passaggio a livello in questione ha causato problemi in passato, eppure questa volta è stata fatale. Due testimoni hanno affermato immediatamente, e uno in particolare più volte, che la sbarra dal lato di Codogno si era alzata poco prima dell’arrivo di Elisa. Si chiedono perché questi testimoni non siano stati ascoltati prima dell’archiviazione, considerando l’evidenza che hanno fornito.

La famiglia di Elisa è determinata a fare luce su questo tragico incidente e a ottenere giustizia per la loro amata figlia. Continueranno a lottare e a chiedere che il caso venga riaperto, affinché nessun’altra famiglia debba affrontare una tragedia simile.

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