Chiusa la vicenda giudiziaria riguardante l’episodio avvenuto il 16 dicembre 2020 alla stazione di Monza, in cui un uomo di 65 anni è stato vittima di tentata estorsione da parte di un giovane di 25 anni di origini napoletane. Il colpevole ha accettato di patteggiare una pena di 10 mesi di reclusione, presentando anche una lettera di scuse e un minimo risarcimento economico. Si tratta di un fatto con una chiara matrice di “intolleranza omofobica”, come evidenziato dagli attivisti del Boa (Brianza oltre l’arcobaleno) che si sono riuniti per manifestare solidarietà alla vittima. Non è stata concessa la sospensione della pena a causa dei precedenti dell’imputato, ma sono state riconosciute le attenuanti. La richiesta estorsiva è stata preceduta da insulti omofobi. La vittima, assistita dall’avvocato Anna Fontana, si è costituita parte civile. I fatti si sono verificati durante un viaggio in treno da Porta Garibaldi a Monza, quando l’uomo è stato avvicinato da due persone che hanno cercato di vendergli delle calze e poi lo hanno offeso a causa della sua orientazione sessuale. Uno dei due ha minacciato di filmarlo con il cellulare accusandolo di molestie. La vittima è rimasta calma fino a quando, arrivata alla stazione di Monza, si è trovata di fronte alla richiesta estorsiva. Le indagini, basate sui filmati delle telecamere di sicurezza, hanno permesso di identificare uno dei due molestatori, il 25enne già noto alla polizia ferroviaria. L’accusa è stata tentata estorsione, un reato grave ma senza l’aggravante della condotta discriminatoria. Il vicepresidente del Boa, Oscar Innaurato, ha sottolineato l’importanza di una legge contro i crimini d’odio, come il Ddl Zan, che è stato respinto. La parte offesa ha ricevuto una lettera di scuse e ha dichiarato di sperare che il patteggiamento possa essere utile per il colpevole.

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