Percorsi ciclopedonali a Monza: la querelle delle compensazioni ambientali di Elesa a Sant’Albino
La situazione delle compensazioni ambientali a Sant’Albino, il quartiere di Monza senza servizi e assediato dal traffico, sembra ancora senza soluzione. L’azienda Elesa, produttrice di componenti meccaniche industriali, dovrà versare 990mila euro per le compensazioni ambientali del quartiere, ma gli abitanti non hanno ancora ricevuto informazioni su come e dove verranno spesi questi fondi.
La Consulta di quartiere si riunirà il prossimo mercoledì 18, insieme all’assessore all’Urbanistica Marco Lamperti, nella speranza di ricevere comunicazioni riguardo l’attuazione del progetto di rigenerazione ambientale. Nel frattempo, i cittadini attivi, con l’aiuto delle stime dei funzionari comunali, hanno fatto un’idea approssimativa di come i fondi potrebbero essere allocati.
Dai 990mila euro, 120.000 sono riservati per la realizzazione di un tratto di ciclopedonale di 160 metri all’interno della proprietà Elesa. Altri 150.000 euro sarebbero destinati a interventi di riforestazione e piantumazioni nel quartiere, mentre i restanti 720.000 euro potrebbero essere utilizzati per realizzare ulteriori tratti di ciclopedonale, aree verdi attrezzate e altre piantumazioni.
I funzionari hanno stimato che la realizzazione di una pista ciclopedonale costa circa 300 euro al metro, mentre le piantumazioni hanno un costo variabile tra 350 e 1.000 euro ciascuna. Le piante ad alto fusto devono essere posizionate a circa 5 metri di distanza l’una dall’altra. Con 150.000 euro si potrebbero posare da un minimo di 150 a un massimo di 400 piante.
I residenti vorrebbero piantare un filare di alberi lungo via Stucchi, composto da circa 50 piante che isolerebbero dal rumore. Altre integrazioni di verde sarebbero necessarie da La Roche verso via Stucchi, tra la piscina e l’Eurospin, sulla passerella ciclopedonale, nei giardini di via Guardini, negli orti condivisi, in via Botticelli e con un doppio filare lungo la ciclopedonale tra la piscina ed Elesa.
I cittadini richiedono anche la realizzazione di una ciclopedonale che vada dalla piscina fino a collegarsi con quella già prevista da Elesa, il cui costo sarebbe compreso tra i 260 e i 380.000 euro. A questo andrebbe aggiunto il costo dell’eventuale esproprio del capannone, chiamato dagli abitanti “ecomostro”, per 130mila euro.
I residenti temono che i 990mila euro finiscano in altre aree e chiedono che venga davvero realizzato il Parco di Sant’Albino, una lunga striscia verde di alberi ad alto fusto che proteggano i bambini dall’inquinamento mentre giocano nei campi di calcio vicini. Inoltre, vorrebbero che il filare di alberi prosegua verso l’Eurospin, per isolare il quartiere dalla zona industriale.
Alcuni cittadini temono che la pista ciclabile venga realizzata solo per girare attorno a Elesa e non agevoli il quartiere. Inoltre, c’è la questione dei 400 metri mancanti alla ciclabile lungo il Villoresi, che permetterebbero di completare un percorso di 80 chilometri, da Somma Lombardo a Cassano d’Adda.
Le piste ciclabili sono importanti anche per coloro che raggiungono Sant’Albino per frequentare la piscina. Il quartiere è isolato dal resto della città e non è pensabile che i ragazzi senza patente possano muoversi autonomamente nel traffico che lo separa dal centro di Monza.
La situazione delle compensazioni ambientali a Sant’Albino rimane quindi ancora irrisolta, ma i cittadini continuano a lottare per ottenere il verde e le piste ciclabili che tanto desiderano.