Venerdì scorso, più di 500 persone si sono riunite in piazza per protestare contro la spirale di violenza che sta attanagliando la Striscia di Gaza. Questo evento ha diviso la società civile, mettendo alla prova anche la politica locale. Da un lato, c’è l’Associazione Italia-Israele di Brescia, che si è detta indignata e preoccupata per la scelta della Loggia di non esporre la bandiera israeliana. Dall’altro lato, l’Associazione d’amicizia Italia-Palestina ha organizzato un presidio in solidarietà al popolo palestinese, chiedendo di fermare il massacro e di aprire corridoi umanitari per salvare la vita dei civili.
Le opinioni su questo conflitto sono molto divergenti. Chi sostiene Israele fa notare che non si è ancora sentita alcuna presa di distanza da parte di chi esprime solidarietà alla causa palestinese nei confronti di Hamas. Dall’altro lato, chi sostiene la Palestina afferma che il governo di Netanyahu si è giovato della presenza di Hamas per evitare di tornare a un tavolo di trattative. È importante, però, evitare di fare i tifosi in questo momento e lavorare per fermare la violenza e riprendere le trattative.
Venerdì, durante la manifestazione organizzata dal Movimento Nonviolento, in piazza Rovetta si sono raccolte 500 persone per chiedere il cessate il fuoco e la ripresa delle trattative fra Israele e Hamas. Erano presenti anche il vicesindaco Federico Manzoni, il segretario provinciale del Pd Michele Zanardi e altri esponenti politici e sindacali. Manzoni ha sottolineato che la spirale di violenza sta causando vittime sia in Israele che nella popolazione palestinese e che è necessario trovare scelte condivise per superare questa situazione con l’aiuto delle Nazioni Unite.
È evidente che la situazione nella Striscia di Gaza sta creando divisioni anche nella nostra città. È importante che la società civile si esprima e partecipi attivamente al dibattito, ma è fondamentale che si faccia in modo pacifico e rispettoso delle diverse opinioni. Solo attraverso il dialogo e la ricerca di soluzioni condivise si potrà porre fine a questa spirale di violenza e avviare un processo di pacificazione.