Ciro Di Maio, noto presentatore e attore nel mondo dello spettacolo e della televisione, rischia una condanna alla reclusione in carcere. Attualmente è sotto processo presso il Tribunale di Milano, dopo che la Procura ha richiesto il giudizio immediato per aver importato 3 litri di GBL, nota anche come “droga dello stupro”, in seguito a un’operazione condotta dai Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Varese.

La spedizione, proveniente dalla Cina e arrivata alla Cargo City dell’aeroporto di Malpensa, è stata intercettata dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Malpensa. Queste, impegnate nella selezione delle merci in base a indici di rischio economico-finanziario, hanno individuato la sostanza stupefacente. Con l’autorizzazione dell’Autorità giudiziaria di Busto Arsizio, i Finanzieri hanno messo in atto la tecnica della “consegna controllata” al fine di acquisire ulteriori prove ed elementi utili per individuare i responsabili del traffico di droga. Hanno seguito la spedizione in incognito e a distanza fino alla consegna stessa al destinatario, avvenuta a Milano.

L’intervento in flagranza ha permesso alla polizia economico-finanziaria di sequestrare la spedizione contenente circa 3 litri di GBL e di arrestare l’importatore. Il Gip di Milano ha convalidato l’arresto in flagranza e ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Durante l’operazione, i Finanzieri hanno perquisito l’abitazione dell’arrestato e hanno trovato altro GBL, cocaina e mefedrone. Il GBL importato veniva successivamente assunto o ceduto, utilizzando anche servizi di corrieri a richiesta. Si è scoperto che il soggetto acquistava lo stupefacente online e pagava in moneta virtuale, un fenomeno sempre più diffuso tra le organizzazioni criminali e che richiede un’attenzione crescente da parte dei Finanzieri.

Per l’arrestato si tratta del secondo processo per importazione in Italia di GBL, una sostanza facilmente reperibile e utilizzata come solvente industriale. Il GBL è stato inserito nell’elenco delle sostanze sottoposte a controllo proprio a causa del fenomeno del “misslabeling”, ovvero l’etichettatura errata o equivoca dei prodotti per eludere i controlli. In questo caso, il GBL era dichiarato come silicone nei documenti.

Questa operazione dimostra come la Guardia di Finanza svolga un ruolo fondamentale nel contrasto al traffico illecito, incluso quello internazionale di droga. Ha impedito la distribuzione di 3 litri di una droga estremamente pericolosa, da cui si sarebbero potute ricavare almeno 3.000 dosi, con un profitto stimato di almeno 30.000 euro. Bastano poche gocce di questa sostanza in un drink per provocare effetti molto potenti sul sonno e sul sistema nervoso.

Infine, si sottolinea che la responsabilità del soggetto sarà definitivamente accertata solo con una sentenza di condanna irrevocabile.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui