Condanna per la decapitazione di tre cervi nella Valchiavenna
Il presidente della Comunità montana della Valchiavenna, Davide Trussoni, non usa mezzi termini per definire gli autori dell’orribile massacro avvenuto nei giorni scorsi sopra l’abitato di Prestone di Campodolcino: “Deficienti”. In una zona protetta dove è vietata la caccia, uno o più sconosciuti hanno commesso un vero e proprio scempio ai danni di tre poveri cervi. Probabilmente uccisi con un fucile, decapitati per avere un trofeo da portare a casa e poi abbandonati dopo essere stati coperti in modo approssimativo.
Ovviamente, l’attenzione si concentra sul mondo venatorio. Non si sa se gli autori di questo gesto assurdo siano cacciatori o meno, ma sicuramente sono persone che possiedono un fucile in casa. Forse sono cacciatori, o forse ex cacciatori che ancora conservano l’arma pur non potendo più praticare la caccia. “Abbiamo appreso con rabbia di questa azione compiuta da alcuni bracconieri e come ente non possiamo che condannarla. Un’azione che, lo dico anche da cacciatore, mette in cattiva luce il mondo venatorio. Questo tipo di gesti sono inqualificabili, messi in pratica da persone malvagie. Difficili da definire se non come incomprensibili, vigliacchi, assurdi e che non rappresentano affatto lo spirito venatorio che c’è in valle. Anzi, mettono in cattiva luce i tanti cacciatori che svolgono l’attività nel pieno rispetto delle regole e contribuiscono alla manutenzione e al controllo del territorio.” L’auspicio, anche se difficile da realizzare, è che i responsabili vengano individuati: “Speriamo che i colpevoli vengano rintracciati e puniti come previsto. L’appello è rivolto a chi potrebbe aver visto o sapere qualcosa. Fatevi avanti contattando la Polizia provinciale.”
In fondo, l’episodio è avvenuto proprio sopra una zona abitata, perfettamente visibile dalla statale 36. È probabile che il tutto sia avvenuto durante le ore notturne. Anche Luigi Galperti, presidente del Comitato Caccia della Valchiavenna, si è espresso con dispiacere: “Di fronte a questi gesti non ci sono parole. Solo condanna. Sia io che il comitato che presiedo riteniamo che questi episodi siano al di fuori dell’etica del mondo venatorio. Non è possibile nel 2023 compiere certi gesti, che non possono essere definiti solo deplorevoli. In Valchiavenna, il comitato lavora da sempre per aumentare la consapevolezza dei cacciatori nel rispetto dell’etica e delle regole. Questi episodi non fanno bene né alla caccia né ai cacciatori.”