Caro Direttore,

martedì 10 due pedoni sono stati investiti, seguiti da due ciclisti il mercoledì 11 ottobre. Due di loro sono anziani e due sono ragazze, probabilmente studentesse. Oltre ad esprimere preoccupazione per la loro salute, non possiamo evitare di ribadire la necessità di continuare il percorso verso la Città 30 il prima possibile, al fine di ridurre il numero di incidenti e limitare i danni fisici alle persone coinvolte. Purtroppo, ciclisti e pedoni, che sono le vittime di questa situazione, sono spesso indicati (basta guardare cosa viene scritto sui social) come la vera causa degli incidenti, attribuendo loro comportamenti sbagliati, piste ciclabili mal fatte o mancanza di controlli.

Noi crediamo che questa sia una visione riduttiva del fenomeno, perché manca un attore in questa scena, l’automobile e il suo conducente. Non è possibile considerare pedoni e ciclisti gli unici responsabili di questi incidenti: quale colpa hanno un pedone o un ciclista quando vengono investiti sulle strisce pedonali? Il punto è questo: molti rifiutano di comprendere il significato della velocità di 30 km/h, delle piste ciclabili e degli attraversamenti pedonali. Tutti si giustificano dicendo che c’è molto traffico, che non si può perdere tempo e che gli attraversamenti pedonali e i semafori sono solo ostacoli al flusso delle automobili. Per molti, la sicurezza stradale non è un tema, finché non accade qualcosa spiacevole che viene poi utilizzato come scusa per far passare il messaggio che forse si è più sicuri se tutti guidassimo in macchina.

Crediamo sia necessario lavorare su due fronti, l’educazione, un processo faticoso e a medio-lungo termine indispensabile per creare una cultura di convivenza tra i diversi utenti della strada, e l’infrastruttura. Le strade devono essere riprogettate per rallentare le auto e i veicoli a motore. Ciò implica la creazione di dossi, restringimenti, marciapiedi più larghi, autovelox e sanzioni, e tutto ciò che serve. La Città 30 non è un automatismo, è un principio. Speriamo che tutti i cittadini, per il bene della città, si sentano coinvolti. La Città 30 non è solo un limite che si vuole imporre, ma una scelta di civiltà che non può essere più rinviata.

Per il Direttivo di FIAB LODI
Giuseppe Mancini
Lodi

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