La morte improvvisa del giovane cestista Samuel Dilas ha lasciato tutti senza parole. L’autopsia ha confermato che la causa del decesso è stata la trombosi, una malattia che lo ha colpito in modo fulminante e che si è estesa rapidamente ad altri organi, incluso il cervello. Ora gli inquirenti dovranno valutare se questo tragico epilogo fosse prevedibile, considerando il suo ricovero precedente per polmonite presso l’ospedale Civile di Brescia. I consulenti della magistratura avranno tre mesi per analizzare i campioni prelevati e confrontarli con le cartelle cliniche già sequestrate, al fine di individuare eventuali campanelli di allarme nel quadro sanitario del giovane giocatore.

Il pm Alessio Bernardi ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, ma al momento non ci sono indagati. Si indagherà sul personale del reparto di Pneumologia che ha seguito Dilas per undici giorni, tenendo conto della sua familiarità con la trombosi a causa di casi pregressi tra i familiari. Tuttavia, non sono emerse patologie preesistenti note. È inoltre stato rilevato che il cestista è stato dimesso venerdì scorso, nonostante si fosse sentito male e fosse stato portato in pronto soccorso in condizioni critiche. Il trombo, originatosi in una gamba, si è esteso rapidamente ad altri organi, rendendo inefficace l’intervento chirurgico.

La morte di Samuel Dilas ha provocato un profondo dolore nella comunità del basket. I suoi compagni di squadra, gli allenatori, i dirigenti e i tifosi sono senza parole di fronte a questa tragedia. A Lumezzane, nella Sala del commiato, si è tenuta una camera ardente per permettere a tutti di salutare il giovane cestista. La sua salma sarà poi trasferita a Guastalla, in provincia di Reggio Emilia, dove si svolgeranno i funerali.

L’intera Italia è stata colpita dal cordoglio per la morte di Samuel. A Mestre è stato esposto uno striscione in suo onore e nel Bresciano si sono svolti diversi incontri per ricordarlo, come quello al Palaleonessa, dove il gioco è stato interrotto per quattro minuti. Samuel Dilas era amato e rispettato non solo dai suoi compagni di squadra, ma anche dagli avversari. La sua morte prematura ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo del basket.

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