Appello della giudice del Tribunale dei minori di Brescia alla Regione. Le considerazioni di Andrea Sandroni, della questura di Bergamo, sul decreto Caivano e sull’importanza della prevenzione

La giudice del Tribunale dei Minori di Brescia, Laura D’Urbino, ha lanciato un appello alla Regione per implementare interventi sul territorio e aumentare i posti disponibili nelle comunità terapeutiche. Attualmente, ci sono misure cautelari che non vengono eseguite a causa della mancanza di posti. D’Urbino ha sottolineato che il carcere non è sempre la risposta adeguata per i minori in difficoltà e che è necessario attuare percorsi adeguati per il loro recupero.

La carenza di personale rappresenta un altro ostacolo nella lotta alla criminalità minorile. La Procura dei minori ha solo 4 magistrati per tutto il distretto, con una carenza di personale amministrativo significativa. Questo porta a una risposta non sufficientemente tempestiva sia in termini civili che penali.

Il decreto Caivano ha introdotto un inasprimento e un’estensione delle pene per i reati più diffusi tra i giovani. Tuttavia, Andrea Sandroni, primo dirigente della divisione Anticrimine della Questura di Bergamo, ha sottolineato l’importanza della prevenzione. Ha affermato che dietro l’arroganza e l’aggressività dei giovani si cela una fragilità.

Durante il seminario “Giovani sul filo”, sono stati affrontati diversi aspetti del disagio tra i giovani. Elena Carnevali, ex deputata, ha citato il fenomeno dei Neet e un’indagine sull’associazione italiana Hikikomori, che mostra come il 15% dei ragazzi in Lombardia si rifugiano nel mondo virtuale per isolarsi dalla società. Sergio Gandi, vicesindaco e assessore alla Sicurezza, ha sottolineato l’importanza di comprendere questi fenomeni da un punto di vista sociologico.

A Bergamo è stato istituito un tavolo di studio che coinvolge diverse istituzioni, come Comune, Prefettura, Ats, Asst, Diocesi, Università e Direzione scolastica provinciale, per affrontare il fenomeno del disagio tra i giovani. Questo tavolo si è già riunito per una prima panoramica sul fenomeno e si riunirà nuovamente il 23 ottobre.

In conclusione, è necessario agire sulla prevenzione e implementare interventi adeguati per i giovani in difficoltà. La Regione deve fornire i mezzi necessari per affrontare questa emergenza educativa e garantire una risposta tempestiva alle misure cautelari già disposte. Solo così si potrà contrastare efficacemente la criminalità minorile e favorire il recupero dei giovani.

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