L’omicidio dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Luca Iacovacci, avvenuto in Congo lo scorso febbraio, continua ad essere al centro dell’attenzione. Durante l’udienza preliminare che si è tenuta questa mattina, la giudice ha deciso di rinviare l’udienza al 30 novembre e ha richiesto la presenza di un funzionario della Farnesina per discutere della questione dell’immunità dell’imputato.

Il funzionario in questione è Rocco Leone, dipendente del Programma alimentare mondiale (Pam), accusato di omesse cautele nell’organizzazione della missione in cui sono stati uccisi l’ambasciatore Attanasio e il suo seguito. La giudice ha quindi deciso di chiamare un funzionario del Ministero degli Affari Esteri per parlare delle comunicazioni tra lo Stato italiano e l’Onu riguardanti i funzionari e se ci sono stati tentativi di risolvere la questione dell’immunità.

Questa decisione ha suscitato commenti contrastanti. Salvatore Attanasio, padre dell’ambasciatore, ha definito la notizia “mezza buona”, sottolineando che la Farnesina dovrà ora prendere una posizione chiara sulla questione. La famiglia dell’ambasciatore è ancora in attesa di una motivazione sulla mancata costituzione di parte civile dello Stato italiano nel processo.

Nel frattempo, l’altro funzionario del Pam accusato di omicidio colposo, Mansour Rwagaza, è stato dichiarato irreperibile e la sua posizione è stata stralciata dal processo.

L’udienza slittata al 30 novembre rappresenta quindi un nuovo rinvio nella fase preliminare del processo per l’omicidio dell’ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. La presenza del funzionario della Farnesina potrebbe fornire importanti informazioni sulla questione dell’immunità dell’imputato e sulle comunicazioni tra lo Stato italiano e l’Onu. La famiglia dell’ambasciatore resta in attesa di ulteriori sviluppi e di una spiegazione sulla mancata costituzione di parte civile dello Stato nel processo.

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