I Carabinieri del Comando Provinciale di Milano hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare personale nei confronti di due italiani, di 75 e 28 anni, titolari degli affidamenti diretti per la gestione dei parcheggi del Comune di Assago. L’ordinanza è stata emessa dal GIP del Tribunale di Milano su richiesta della Procura della Repubblica ed è relativa ai reati di peculato e frode nelle pubbliche forniture.
Le indagini sono state avviate a luglio dello scorso anno dal Nucleo Investigativo di Milano sulla gestione dei parcheggi situati vicino al Mediolanum Forum di Assago. Le aree, di proprietà del comune, erano state affidate ad alcune società facenti capo agli indagati per la gestione dei servizi di sbrigettamento, parcheggio e pulizia.
Le indagini hanno rivelato che gli indagati, in qualità di incaricati di pubblico servizio con la funzione di agente contabile del Comune di Assago, si appropriavano sistematicamente di parte dei proventi derivanti dalla gestione dei parcheggi, anziché versarli interamente nelle casse comunali.
In particolare, è emerso che gli indagati incassavano indebitamente denaro contante utilizzando ricevute false con l’effige del Comune di Assago, che consegnavano agli ignari utenti dei parcheggi. Si appropriavano inoltre degli importi ricevuti tramite strumenti di pagamento elettronico, utilizzando terminali POS riferiti a conti correnti delle proprie società anziché quelli comunali. Durante i grandi eventi, sottraevano risorse al comune deviando parte del traffico verso aree di loro proprietà, nonostante i parcheggi comunali fossero ancora disponibili, facendo così concorrenza sleale al comune stesso.
Il GIP ha anche disposto il sequestro preventivo di euro 62.660, pari all’illecito profitto delle condotte portate avanti nel periodo di monitoraggio investigativo. Inoltre, sono state acquisite dal Comune di Assago documentazione relativa all’affidamento, alla gestione e alla rendicontazione dei parcheggi comunali, così come è stata effettuata una perquisizione nei confronti di ulteriori cinque indagati, non destinatari del procedimento cautelare, tra cui i titolari di due tipografie che avevano realizzato i tagliandi falsi.