La morte di Angelo Bonomelli, avvenuta a seguito di un tentativo di rapina, ha portato ieri (martedì 17 ottobre) alla richiesta di derubricazione da omicidio volontario aggravato a morte per conseguenza di altro reato da parte delle difese degli imputati. Secondo i legali, l’intenzione non era quella di uccidere l’imprenditore, ma solo di narcotizzarlo per poi derubarlo. Tuttavia, il pm Guido Schininà insiste sul reato più grave, con dolo eventuale, e chiede il rinvio a giudizio per le quattro persone coinvolte, attualmente in carcere dal 10 novembre 2022.
Le persone coinvolte sono Matteo Gherardi, 34 anni di Gaverina, suo padre Luigi, 69 anni e convivente con lui, la fidanzata del giovane Jasmine Gervasoni, 23 anni di Sedrina, e l’amico Omar Poretti, 26 anni di Scanzorosciate. Secondo il pm, anche se non avevano intenzione di uccidere Bonomelli, ma solo di stordirlo per poi derubarlo, avrebbero comunque assunto il rischio che morisse. Questo perché il Rivotril, una sostanza a base di benzodiazepine, somministrata a un ottantenne potrebbe avere effetti pesanti. Oltre all’accusa di omicidio volontario aggravato, gli imputati sono accusati anche di rapina e autoriciclaggio, dato che all’atto del ritrovamento del corpo, Bonomelli non aveva più con sé l’orologio Longines da oltre ottomila euro, il cellulare e 120 euro.
Successivamente all’arresto di Matteo Gherardi, è emerso che aveva già utilizzato il Rivotril su una zia, sempre allo scopo di rapinarla. Per drogare Bonomelli, invece, aveva sciolto la sostanza in un tè che gli aveva offerto in un bar di Entratico. Se il giudice dovesse accogliere la richiesta dei legali del padre del ragazzo, della fidanzata e dell’amico, potrebbero accedere a riti alternativi, tanto che è stata presentata preventivamente la richiesta di rito abbreviato. L’avvocato di Matteo Gherardi discuterà la questione il prossimo 24 ottobre.