Pavia. Ieri pomeriggio si è levato un grido da piazza Italia, cuore di Pavia: “Palestina libera, Palestina libera, Palestina libera”. Erano circa 300 i manifestanti che si sono radunati per il presidio organizzato dalla Rete Antifascista di Pavia. Oltre alle sigle della sinistra radicale pavese, decine di nord-africani e arabi residenti in città e dintorni si sono uniti alla protesta, avvolti nelle bandiere palestinesi e libanesi, molti con indosso la kefiah, simbolo della causa palestinese. Anche studenti universitari hanno partecipato in favore della causa palestinese.

Gli organizzatori avevano richiesto di svolgere il presidio in piazza della Vittoria, ma questore e prefetta hanno negato l’autorizzazione, indicando piazza Italia come luogo di incontro. Questa scelta è stata contestata dagli organizzatori, anche perché durante il presidio i bus urbani continuavano a transitare, creando evidenti pericoli. Nonostante i problemi organizzativi, a inaugurare il presidio è stato Mauro Vanetti, volto storico della Rete Antifascista e della sinistra pavese.

Sul monumento, Vanetti ha spiegato che erano lì per chiedere la libertà della Palestina e per richiedere ai governi occidentali, compreso quello italiano, di cambiare politica. L’appoggio incondizionato che l’Occidente, in primo luogo gli Stati Uniti e anche l’Italia, sta dando ad Israele sta alimentando il problema invece di risolverlo. Siamo contro il terrorismo, ma la questione palestinese va risolta: la Palestina ha diritto di essere libera. Bisogna fermare immediatamente il conflitto e dare libertà alla Palestina. Amnesty International ha denunciato che in Israele c’è l’apartheid nei confronti dei palestinesi, anche prima degli ultimi eventi.

Successivamente, alcuni giovani nord africani sono saliti sul monumento. Un egiziano residente a Pavia da anni ha dichiarato che gli italiani li hanno accolti e aiutati, ma ora non possono essere indifferenti alla questione palestinese. Una giovane ragazza, con la kefiah e la bandiera palestinese dipinta sulle guance, ha infiammato la piazza spiegando che il popolo palestinese è oppresso dagli anni ’40, non ha più diritto alla sua terra e sta resistendo agli abusi israeliani. A quel punto, la piazza ha iniziato a gridare “Palestina libera”. I manifestanti hanno anche chiesto la cessazione delle ostilità, affermando che Gaza è da anni una prigione a cielo aperto e che ora è sotto le bombe, quindi servono aiuti umanitari immediati. La Rete Antifascista ha ricordato che l’oppressione israeliana avviene anche in Cisgiordania, non solo nella striscia di Gaza.

Tra i manifestanti è stato distribuito un volantino firmato da “Sinistra Classe Rivoluzione”, con un lungo testo in cui si spiega che i governi imperialisti occidentali parlano solo del diritto di Israele alla difesa, ma sono rimasti in silenzio di fronte alla brutalità israeliana.

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