Il processo per minacce al ministro degli Esteri Luigi Di Maio è iniziato a Bergamo. Un uomo di 46 anni, residente nella città, è accusato di aver inviato una mail minatoria all’ex ministro. Tuttavia, l’imputato nega di averla inviata e sostiene di essere stato vittima di un furto dell’account di posta elettronica.
Luigi Di Maio si è costituito parte civile nel processo, insieme all’avvocato Daniela Petrone. Inizialmente, sia la difesa che l’accusa avevano dubbi sulla sua costituzione come parte lesa, in quanto il reato sarebbe stato commesso contro il Ministero degli Esteri, attualmente guidato da Antonio Tajani. Tuttavia, il giudice ha ritenuto Di Maio parte lesa e ha ammesso la sua costituzione come parte civile.
La mail minatoria è stata inviata il 21 marzo 2022 e conteneva velate minacce nei confronti del ministro Di Maio e della posizione del governo italiano nei confronti della Russia. Nel testo si leggeva: “Riferite, da parte mia e di molti altri, al ministro Di Maio di non esagerare con le dichiarazioni pubbliche ostili nei confronti di Putin e della Russia. Se vuole la guerra vada a combattere in Ucraina a suon di lanci di bibite! In caso contrario saremo costretti a fermarlo noi, in qualsiasi altro modo… Grazie dell’attenzione”. Questo reato è punibile con una pena da uno a sette anni di reclusione.
L’imputato sostiene di non aver inviato la mail e il suo avvocato ha scelto il rito abbreviato per il processo, basandosi solo sulle carte senza testimoni. Dalle catture dello schermo del suo cellulare, non risulta che la mail incriminata sia stata inviata dal suo account e l’uomo ha sporto denuncia contro ignoti per sostituzione di persona.
La difesa ipotizza che qualcuno, probabilmente un hacker, abbia inviato le minacce al ministro Di Maio, facendo apparire l’account dell’imputato come mittente. L’uomo ha chiesto al suo provider di poter risalire all’autore effettivo, ma è passato troppo tempo e questa possibilità non è più disponibile.
La prossima udienza è prevista per il 21 dicembre.