MONZA – A partire da questa mattina, martedì 24 ottobre, la Direzione Investigativa Antimafia e i Carabinieri del Comando Provinciale di Monza, con il supporto del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, hanno eseguito, su delega della Dda di Milano, un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di diciotto persone. Queste persone sono indagate per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, all’estorsione e al compimento di numerosi reati economico-finanziari, i cui proventi erano destinati ad agevolare le attività dell’ndrangheta, in particolare della cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti.

L’inchiesta ha avuto inizio nel 2019 e ha coinvolto 68 persone, divise in due gruppi criminali. Entrambi i gruppi erano diretti da un medico calabrese, figlio del capo della cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti, attualmente detenuto per associazione mafiosa. Il primo gruppo era composto da professionisti ed imprenditori che operavano nel centro di Milano e si dedicava a reati economico-finanziari. Creavano società “cartiere” che emettevano false fatture per creare disponibilità di denaro contante in nero. Vendevano anche false polizze fideiussorie emesse da un importante gruppo bancario nazionale. I proventi criminali venivano reinvestiti nella creazione di nuove società che operavano in vari settori.

Il primo gruppo criminale si occupava anche di vendere falsi crediti d’imposta “Ricerca & Sviluppo” a terze società che li utilizzavano per compensare il pagamento di imposte e contributi previdenziali. Questi crediti erano creati da un’organizzazione criminale con sede nella provincia di Napoli. Inoltre, il gruppo commetteva truffe per ottenere finanziamenti e benefici economici previsti dalle norme COVID-19.

Il secondo gruppo si occupava principalmente del traffico di droga. Importavano, acquistavano, trasportavano e cedevano sostanze stupefacenti sul mercato del Nord Italia (Milano, Torino e altre province) e in Calabria. Gestivano anche un’attività di recupero crediti utilizzando le tipiche modalità delle organizzazioni mafiose.

Durante l’indagine sono stati scoperti anche i canali di approvvigionamento esteri. In un’occasione è stato possibile arrestare un corriere e sequestrare cinque chilogrammi di eroina destinati al mercato calabrese. Sono state documentate numerose compravendite di stupefacenti provenienti dalla Spagna, dall’Austria, dall’Albania e dal Perù e Brasile.

Attualmente sono in corso perquisizioni nelle provincie di Milano, Monza Brianza, Pavia, Varese, Novara, Alessandria, Messina e Foggia, presso abitazioni e aziende legate alle persone coinvolte nell’inchiesta. Le operazioni sono supportate dalle unità cinofile anti-valuta della Guardia di Finanza.

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