Niente “giardino verticale” lungo la parete del supermercato in via Ratti, ma in compenso, una serie di vasi lungo il marciapiede con essenze arboree di una certa altezza (cinque metri circa) per mitigare l’impatto del nuovo supermercato. È questo l’esito del sopralluogo compiuto da una delegazione della giunta Comunale (vicesindaco Andrea Virgilio e assessori Luca Zanacchi e Simona Pasquali) dai tecnici della mobilità e dall’agronomo comunale, nella stretta via che congiunge via Cadore a Via Giordano. Insieme a loro, i residenti del condominio che ha l’accesso proprio su via Ratti e che un paio di settimane fa erano stati accolti a palazzo comunale a seguito della raccolta firme contro l’oscuramento delle loro abitazioni.

Come fa sapere Diego Garelli, il promotore della petizione: “Il Comune ci sta venendo incontro, siamo soddisfatti, è la dimostrazione che a volte farsi sentire e chiedere di essere ascoltati porta a dei risultati”.

La soluzione individuata e che adesso verrà messa a punto con un progetto di arredo urbano, consiste nella posa di una decina di vasi sul marciapiede che fiancheggia la nuova costruzione, a una distanza di due metri circa l’uno dall’altro. Il marciapiede, in apparenza stretto, a cantiere ultimato avrà una larghezza di circa 2 metri e mezzo, quindi sufficiente per posizionare i vasi. Sul lato opposto invece sarà allargato e verrà impedito il parcheggio davanti all’ingresso pedonale del condominio, una delle richieste emerse dai residenti.

L’idea arrivata dai residenti durante l’incontro in Comune era ancora più ardita, e riguardava la pedonalizzazione dell’intera via Ratti, soluzione impraticabile per vari motivi, hanno spiegato i tecnici della viabilità.

Intanto nei giorni scorsi è progredita l’installazione dei pannelli metallici sulle pareti del prefabbricato, mentre sull’altro lato di quella che era l’area della Snum, verso via Mosa, campeggia la piattaforma Biglieme, una parte terrazzata delle antiche mura, rafforzata tra Seicento e Settecento per posizionare le armi di difesa dall’artiglieria nemica.

Sottoposto a tutela dalla Soprintendenza, da oggetto di polemiche il manufatto ha le carte in regola per diventare ora un elemento di attrazione culturale per quest’area a vocazione commerciale. La piattaforma è stata sottoposta fin dall’avvio del cantiere a un accurato restauro conservativo con la creazione di un fossato circostante in modo da impedirne l’avvicinamento. La denominazione “Biglieme” si trova tra l’altro nel volume “Piante delle città, piazze e castelli fortificati di questo stato di Milano”, pubblicato nel 1719 dall’ingegnere militare Giovanni Battista Sesti, con dedica al principe Eugenio di Savoia, che mostra la collocazione della piattaforma all’interno della cerchia muraria che cingeva la città.

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