Addio a Ottavio Roberto, un grande magistrato bergamasco

Il mondo della magistratura piange la scomparsa di Ottavio Roberto, avvenuta domenica all’età di 93 anni. Un uomo che ha dedicato gran parte della sua vita al servizio della giustizia, lasciando un’impronta indelebile nella storia della Procura e della magistratura bergamasca.

La sua carriera inizia nel lontano 1974, quando viene incaricato di seguire il caso del rapimento del giovane Pierangelo Bolis, avvenuto a Ponte San Pietro. In quel momento di grande delicatezza, Ottavio Roberto dimostra tutta la sua umanità nel rapportarsi con la famiglia del ragazzo e con la stampa, dimostrando una grande professionalità.

Non erano anni facili quelli in cui Roberto inizia a farsi apprezzare, ma già allora emerge la sua dedizione e il suo impegno per la giustizia. Nel corso degli anni, diventa un punto di riferimento per la Procura e la magistratura bergamasca, ricoprendo ruoli importanti come pretore dirigente negli anni ’80 e presidente di Corte d’Assise negli anni ’90.

Ma non solo, Ottavio Roberto era anche un uomo di grande umanità e gentilezza. L’avvocato Ettore Tacchini, che lo conosceva fin dagli albori della sua carriera, lo ricorda come un “gran signore siciliano e una gran bella persona”. Insieme ad Adriano Galizzi e Gianfranco Mafferri, formava una squadra formidabile di pubblici ministeri.

Anche dopo il pensionamento, Roberto ha continuato a mettere la sua esperienza a servizio delle istituzioni e delle realtà del territorio bergamasco. Ha ricoperto importanti incarichi come presidente della Commissione tributaria, della Camera arbitrale della Camera di commercio e della commissione giuridica dell’ACI.

La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nella magistratura bergamasca. Un uomo che ha dedicato la sua vita al servizio dello Stato e alla lotta contro la criminalità. Il suo funerale si terrà domani, mercoledì 25 ottobre, alle 10 presso il cimitero di Bergamo.

Ottavio Roberto rimarrà per sempre nella memoria di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di lavorare con lui. Un esempio di professionalità, umanità e impegno per la giustizia che continuerà a ispirare le nuove generazioni di magistrati.

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